La via francese all' elettricità, parte III: Lip R50

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A cura di: Paolo Antolini

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La via francese all' elettricità, parte III: Lip R50

Messaggio da Zufolo » lun set 17, 2018 11:34 pm

E’ arrivata l’ ora di occuparsi anche delle signore

Per vestire le signore si decide di non miniaturizzare il Lip elettrico. Ancora una volta si vuole arrivare ad una prima mondiale: il primo orologio transistorizzato da donna al mondo.
Si rispolvera invece il prototipo R047 a transistor, privo di contatti. Viene affidata una squadra a Paul George, che si mette al lavoro nel 1963: calibri via via più piccoli si succedono, si miniaturizzano fili, bobine, transistor, bilancieri.

Le dimensioni contano
Lip R50 prototipo.jpeg
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Nel 1966 al salone di Basilea si presenta un primo prototipo, ma è ancora troppo grosso. Si arriva ad arrocchettare filo da 10 micron: 2 bobine concentriche da 1800 spire e 0,45 mm di spessore complessivo. Per risolvere gli ultimi problemi si deve ricorrere nuovamente al sofisticato laboratorio fotografico allestito per l’ R148. Si brevetta il metodo di creazione dei due poli contrari sul bilanciere. Nel 1969 il lavoro è finito: 17,2 mm di diametro, 14 rubini, 21600 alternanze/ora, richiede una pila 309.
Nel settembre 1970 si presenta il calibro R50. Per collocare temporalmente questo momento,si ricordi che 9 mesi prima era stato presentato il primo quarzo da parte di Seiko e ad aprile il primo quarzo svizzero, il Beta 21. Per alcuni anni ancora ci sarà spazio per delle alternative al quarzo: le ultime uscite di calibri transistor d’ altronde sono nel 1975 con l’ ESA 9158. Parlando di ESA, essendo già presente nel capitale di Lip, la casa svizzera si “appropria” di questo movimento assegnandogli il numero 9100. Visto il tipo di motore richiede una licenza ATO per poter essere commercializzato.
Come abbiamo accennato, la presenza di due transistor permette di fare a meno del contatto elettrico: delle due spirali summenzionate, una spinge i magneti permanenti del bilanciere, l’ altra rileva la posizione di questi ultimi regolando il transistor che alimenta la prima spirale: al di là del fatto di avere un bilanciere al posto del diapason, il concetto è tal quale all’ Accutron.
Lip R50 calibro.jpg
Lip R50 calibro.jpg (30.76 KiB) Visto 966 volte
2CV

Le varianti che ne vengono ricavate sono l’ R51 col datario e l’ R53 con datario e secondi centrali. Per quest’ ultimo calibro, un po’ complesso da mettere a punto, nel 1974 si prospetta l’ interruzione della produzione: Claude Neuschwander, il direttore tecnico di CEH (Compagnie Européenne d’ Horlogerie, una delle branche in cui verrà suddivisa Lip dopo l’ ennesimo fallimento. Non va confusa con la omonima sigla del Centre Electrique Horlogier svizzero, padre del beta 21), durante una burrascosa riunione lo definisce “Il motore di una 2CV dentro un camion”, ma il suo ottimo successo di vendite ne scongiura la fine prematura.
Viene infatti venduto a Waltham, Bulova (che ci equipaggia il Caravelle 70T), Favor (308) e Gruen (80)
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Qui un R50 e un R53.
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Re: La via francese all' elettricità, parte III: Lip R50

Messaggio da kelorkilé » mar set 18, 2018 10:08 am

Grazie Zufolo ! :clap:

Aggiungo il mio piccolo contributo. :D
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Immagine Ciao Ciao GG ;)
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Re: La via francese all' elettricità, parte III: Lip R50

Messaggio da ciclista » gio set 20, 2018 9:34 pm

Grazie della condivisione,la tua ricerca mi piace sempre di più per la precione e passione che ci hai messo nello scriverla.

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