Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Il mondo degli orologi da polso, vintage e moderni.

A cura di: Paolo Antolini

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Soyuz
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Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:00 am

Un saluto a tutti.
Colgo l'occasione e l'invito di Giacomo JCH nel pubblicare qui la storia del mio progetto.

Lo faccio con piacere anche se con qualche titubanza iniziale in quanto ho oramai da tempo abbandonato il mondo dei forum...e il rientrarvi impegnerebbe molte risorse di tempo e di energie che non posso permettermi.


Perdonatemi dunque se in futuro, al di fuori di questo topic, mi capiterà di essere poco presente.

In questa sede Non farò altro che riportare quanto pubblicato già in altro forum, dove ho raccolto una avventura lunga e complessa.

Grazie a chi avrà voglia, pazienza e bontà di dedicarmi attenzione.

Un saluto.

Andrea

Soyuz
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:02 am

Ciao a tutti, mi chiamo Andrea e sono un appassionato di orologi, principalmente vintage, frequentatore dei vari forum più o meno assiduamente da circa 12 anni.

Circa un anno fa, nella mia continua e compulsiva ricerca di orologi, mi capita di acquistare una dozzina di movimenti NOS degli anni 60/70 calibro FE4612, prodotti dalla fabbrica Jeambrun Technic-Ébauche, parte del consorzio France Ébauches.


Questi movimenti, probabilmente erano destinati a diventare orologi, ma per qualche motivo, sono rimasti a "dormire" in un magazzino per oltre 40 anni.

L'idea, folle, che mi è passata per la mente è stata subito quella di fare un orologio, per ridare la giusta dignità a questi movimenti...per risvegliarli dal sonno, come se oggi fosse ieri...

La cosa era assai folle e sulla carta irrealizzabile.
12 pezzi non sono numeri industriali, che mi permettessero di ordinare qualcosa e farmelo produrre per questo progetto. In più, il sottoscritto parte sprovvisto di ogni competenza tecnica. Solo tanta passione e una grande voglia di vedere un piccolo sogno realizzato.

Dunque tutto sarà realizzato con un po'di fornitura moderna, un po' di fornitura vintage, una grande parte di cose fatte a mano...e una buona dose di arte di arrangiarsi tutta italiana.


Questa è la premessa. Fine prima parte.
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:05 am

L'idea di quale tipologia di orologio fare, era abbastanza chiara nella mia mente. Mi sarebbe piaciuto molto fare un orologio sportivo sullo stile dell'epoca di quei movimenti...uno skin diver, esteticamente dritto come una fucilata, dall'aspetto spartano e robusto.


Tra le casse di produzione moderna in fornitura, di cui ci si deve accontentare in quanto visti i numeri non sono contemplati procedimenti industriali,
tra la pletora infinita e noiosa di hommage Rolex/Tudor/Omega e dalla qualità piuttosto discutibile,

spunta fuori questa, una cassa in acciaio, vetro zaffiro ghiera ceramica, dall'aspetto molto simile a quelle che sono le casse di una volta. Non ha la corona a vite e un vetro sottilissimo sul fondello, esteticamente poco rifinita, ci sarà da lavorarci e da spenderci qualche soldino...ma almeno come aspetto è una buona base
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:08 am

Per quanto riguarda la scelta del quadrante, grazie a un po' di collage con Photoshop, dopo un sondaggio sul gruppo facebook di O&P, tra 4 tipologie, vinse di distacco questa la soluzione che vedete in primo piano

Dunque, trovata una configurazione di base, ora bisognava passare dalla teoria alla pratica, dal collage alla realizzazione.

Mi metto alla ricerca di qualche fabbrica che mi producesse i quadranti...ma si parte da minimo 300 unità...con specifiche tecniche, disegno CAD e altre cose non alla mia portata.

Quindi, tra la disperazione e la follia decido di partire e fare il quadrante a mano.

Già... partendo da una lamiera di ottone, carta, matita, calibro, taglierino e archetto...
Così...prendo le misure dalla cassa e si comincia...
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:10 am

A questo punto va provato nella cassa.
Qui già sorge il primo ostacolo, in quanto, inserendo il quadrante e il movimento nella cassa, le altezze non coincidevano.

Il foro della corona non coincideva con la sede dell'albero e il fondello non chiudeva... Fine dei giochi.

Ricordo che ero dal mio orologiaio per un consiglio. Lui mi dice che devo rinunciare, perché evidentemente la cassa non è adatta...
Ma una vocina da dentro mi dice
...e se provassi a curvare il quadrante?
Dunque mi metto davanti alla sua pressa per i vetri e provo a giocare un po'con i tasselli.
Ed ecco qui che un quadrante piatto diventa un quadrante bombato o uno step-dial o pie pan...o come cavolo altro si dice :) . Contemporaneamente questo espediente mi fa guadagnare millimetri necessari e da in aspetto più vintage al quadrante.

Qui la genesi
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:11 am

Intanto arriva l'estate, si va al mare. I lavori sul quadrante vengono sospesi e mi concentro sul miglioramento della impermeabilità della cassa.

Innanzitutto la corona che c'è da ridere, va sostituita con un tubo e corona a vite, decido di rivolgermi verso un prodotto italiano, Belloni, una fabbrica di corone di Cremona. Scelgo una corona classica e funzionale, dallo stile twin-lock.
Sostituisco la corona e il vetro dietro con uno più spesso. Cambio la guarnizione sul fondello, che fa ridere, con una più performante e si parte con qualche test in laboratorio, sempre del mio orologiaio che ringrazio della disponibilità.

Tuttavia, chi ha un po'di familiarità con gli orologi subacquei, sa che le attrezzature da laboratorio, anche quelle più costose, e certificate dai centri assistenza etc, nella realtà non arrivano a più di 12 ATM.

Potete infatti avere tutti i 300/500/1000 MT che volete, quando lo portate da un orologiaio o in assistenza per revisione, dopo la prova ve la faranno sempre massimo a 5 ATM, massimo a 10.

Avendo comunque superato tutti i test in laboratorio cercavo qualcosa o qualcuno che mi facesse una prova almeno a 20ATM

Non avendo, ovviamente, trovato nessuno, ho deciso di fare una cosa diversa, semplice da pensare...ma che succederà?


Beh sta per arrivare una delle pagine più entusiasmanti di questa avventura...

Al prossimo post.
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:13 am

6 settembre 2018

PROVA DI PROFONDITÀ IN MARE A 200mt.

Eccomi dunque a raccontare questa esperienza, simpatica, divertente, appassionante al punto da avere voglia di rifarla ancora.
Devo dare una delusione a quelli che speravano in una diretta Facebook o in un video...
Nessun video purtroppo. Non era facile mantenersi in equilibrio, tenere la Barca ferma allo stesso punto, gestire 220mt circa di filo, garantire una discesa e risalita perpendicolare, e documentare un minimo il tutto...facendolo contemporaneamente tra l'altro. Inoltre l'operazione è andata avanti per circa un ora e mezza. La prova, tra calata e risalita è durata circa un'ora.
È andata bene: il mio accompagnatore era un pescatore storico del borgo che conosceva i fondali come le sue tasche. La scelta di farmi accompagnare da un pescatore è stata voluta e azzeccata allo stesso tempo, avrei potuto scegliere una barca bella di qualche diportista o un gommone figo di qualche turista, non mi interessava fare foto fighe... Ma oltre l'esperienza e la conoscenza Delle acque, in previsione del fatto che se avessi avuto problemi con la corda tipo sbrogliare qualche matassa avrei risolto in nulla, e infatti puntualmente durante la calata il filo si è "ammollicato" più volte e in pochi secondi il problema è stato risolto. Facciamo però un passo indietro. Siamo nel Mar Ionio, golfo di Corigliano, nella baia di Capo Trionto,, anche conosciuta come "la Fossa". A circa 2 km in linea retta dalla costa. Te ne accorgi dal colore dell'acqua che sotto è profondo da far paura... Un blu che non è mai stato così vicino al nero...e io sopra sospeso...la sensazione è forte, soprattutto se penso che qualcosa che è adesso tra le mie mani, tra un attimo sparirà inghiottita in quell'immenso inferno nero/blu di acqua salata, dove c'è una pressione 10 volte quella di un pneumatico di una automobile, dove c'è un freddo indescrivibile, attraverso decine di correnti...e poi subito su, quando ad un essere umano servirebbero fino a 14 ore per risalire e sperare di sopravvivere dopo la depressurizzazione.
Mentre pensi tutto questo, cerchi di non cadere in acqua...e provi a fare qualche foto col telefono...
Dopo la calata, durata circa 30 minuti, abbiamo atteso che il filo si mettesse perpendicolare, segnale che la discesa era finita... ciò è avvenuto circa 10 minuti dopo.
Durante questi pochi minuti mi è venuto in mente come questa operazione ricordasse molto da vicino quella di uno scandaglio. Lo scandaglio manuale è il più antico strumento di misurazione dei fondali marini, il cui uso è documentato già presso gli Egizi, e consisteva in una corda alla cui estremità era collegato un peso, strumento oggi soppiantato dai sonar e gli ecoscandagli digitali...ma chissà probabilmente in questo angolo di Magna Grecia, alla foce del mitico Traente, campo della storica guerra tra Sibari e Crotone, molti anni prima, qualcuno faceva questi stessi gesti, che io oggi ripeto a distanza di millenni, seppur per tutt'altro scopo.
Comincia la faticosa risalita. Faticosa ma anche fiduciosa...la corda è pesante, vuol dire che il peso in cemento è ancora attaccato, sembra dunque che i nodi e le fascette abbiano tenuto...e la cassa ci sarà ancora?... Il cielo intanto si rannuvola e il tramonto si avvicina, l'acqua da blu scuro inizia ad avere riflessi grigi...che sia un cattivo presagio? Spero di no. Un nodo fatto al 50° metro viene fuori dall'acqua e mi dice che il grosso è fatto. Le braccia sono di fuoco e mi fanno male, il pescatore si offre di continuare al posto mio... gentilmente rifiuto...vuoi mettere la soddisfazione di tirarlo fuori dall'acqua da solo, manco fosse un tonno da 20kg...ero in trance, chissà il buon amico cosa avrà pensato di me... Ma chi se ne fotte dopotutto.
Tirato su, però tuttavia il primo a fiondarsi sulla cassa non sono stato io ma proprio lui. Sono cose divertenti un po' per tutti allora, penso tra me e me, non sono pazzo, è un po' come tornare bambini: Menomale. Prendo il telefono e scatto qualche foto stendendomi sul paiolato, mentre l'amico ormai fa già rotta verso riva.
È tempo di godermi il tramonto.
Un saluto a tutti.

Continua...
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:14 am

Una cosa che mi lasciava ancora un po'perplesso era il fondello in vetro. Certo ha superato le prove di impermeabilità e mi tornava anche buono per il fatto che mostrasse il movimento vintage, ma...
Ma gli skin diver dell'epoca riportato sul fondello in acciaio, inciso un piccolo sub. Caratteristica evocativa che mi sarebbe dispiaciuto perdere. Dunque scatta l'idea di decorare il vetro...ma come?
Butto giù una bozza della decorazione, poi mi rivolgo ad un'impresa italiana di arti grafiche, la quale realizza in trasparenza su mia specifiche una pellicola da applicare nella parte interna del vetro dall'alta resistenza e garantita due anni all'esterno, quindi all'interno dalla durata indefinita. Non sono mai stato un grande disegnatore, l'idea nacque disegnando per mio figlio di 4 anni mentre guardavo un documentario sulla barriera corallina.


Intanto cambio anche il vetro dietro ancora una volta passando da un flat ad un single-domed o in italiano ottico lenticolare, per dare profondità alla, immagine, dando anche dietro all'orologio, la forma che ricordasse un batiscafo
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:15 am

Le lavorazioni si sono alternate ed è stato un continuo provare e tentare, dunque non c'è una cronologia perfettamente delineata. Chiedo scusa nel caso saltassi di palo in frasca dunque.

Sulla cassa c'è ancora da fare per il momento sospendiamo e torniamo al quadrante.

Mancano ancora i piedini, poi una serie di micro aggiustamenti della bombatura, e altri piccoli accorgimenti nei quali è stato determinante l'aiuto del mio orologiaio.

Insomma arriviamo a inizio ottobre con i piedini, saldati a cannello, vecchia maniera.
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:16 am

Non abbiamo ancora parlato delle sfere.
Le uniche che come lunghezze e stile sono quelle del Planet Ocean. Ma come fitting, I fori non erano uguali al calibro che andrò ad utilizzare. Dunque ho dovuto lavorare ogni singola sfera adattandola a mano.
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:17 am

Prova finale con tutto montato tranne la stampa del quadrante.
È andata bene



Parte ora l'operazione quadrante.

Continua...
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:18 am

Dunque decisione presa, metto in pratica le mie limitatissime conoscenze grafiche e metto all'opera.
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:20 am

Fatto ciò i quadranti vengono spediti a Coledan a Milano. Che si occuperà del cliché e della stampa.

Intanto passerà un po'di tempo che decido di dedicare ad altre moltissime cose da fare...

Tra cui il corredo
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:21 am

Alla fine mi sono divertito con un po'di scrapbooking, la fodera di sguardia in pelle di daino,, l'imbottitura interna da una fabbrica di materassi di Brescia, mentre la lastrina incisa al laser è fatta con un marcatore industriale Italiano Lasit.
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:22 am

La stessa macchina per incisione laser è stata usata per i fondelli e i bracciali mesh Shark NOS Anni 70 che un mio amico collezionista mi ha reperito
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:22 am

Nel corredo saranno inseriti anche delle riproduzioni dei cinturini Tropic Sub Anni 70, e un cinturino in pelle con le cuciture a mano
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:23 am

Intanto, siccome senza niente da fare mi annoiavo, ho preso un vecchio ciondolo di un sub che avevo. Questo sub nella mano sinistra manteneva un sasso.
Col seghetto da orafo (lo stesso che ho usato per i quadranti) ho tagliato e girato la mano, "cancellato" il sasso, poi ho risaldato la mano, preso un micro filo e una testa di una vitina e gli ho messo l'orologio.
Fatto il calco, la cera, le fusioni e ho creato dei ciondoli in bronzo marino.
Poi ho affilato una delle due pinne e quindi può essere usato anche come leva anse per cambiare i cinturini.
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:24 am

22 novembre 2018

Post simpatico/didattico/sondaggistico/boh
...
Lo sapete, per la cassa mi sono dovuto accontentare tra quelle proposte nel mercato attuale, fornitore olandese che probabilmente le prende in Asia, ma va beh, la forma mi piaceva. Dopo aver cambiato corona e tubo con roba seria made in Italy, vetro dietro ottico lenticolare Swiss made, decorazione, guarnizioni, scritte laser, prove sub di ogni genere, adattamento al movimento vintage che incasserà, spendendo soldi infiniti e lavorandoci un casino di tempo, non ero ancora soddisfatto. Oggi ho dunque fatto una cosa che ultimamente pare mi riesca bene: ovverosia fare qualcosa che prima non avevo mai fatto 🤣.

La cassa nella sua forma è effettivamente bella, e dopo tanto lavoro e investimenti è diventata anche funzionale. Tuttavia come rifiniture è abbastanza modesta. Le spigolature ci sono anche, ma non c'è una grande lavorazione.

Oggi dunque facciamo l'anglage
Molti diranno "cazz'è?"
Sarebbe il bisello, ma quando dico bisello mi viene in mente tutt'altro tra cui un film di Totò e la sua mitica spalla Mario Castellani...ma vabbè. 🙂

Purtroppo non dispongo di un lapidello e sinceramente non mi fido di usare fresette o micromotori vari, con i quali ci vuole un attimo a fare danni e per i quali servirebbe prima fare qualche mese di pratica. Per cui...?

Per cui, qual'è il problema: l'anglage lo faccio a mano.

Prendo un po'di pasta lucidante, la spalmo con uno stecco di legno ben levigato, con lo stesso stecco bagnato poi comincio a strofinare usandolo a mo'di lima, poi un panno in microfibra...olio di gomito come se non vi fosse un domani, e dopo circa due ore di lavoro ecco il risultato.

Ohibò non c'è male... direi proprio che sia passabile voi che ne dite?

P.s. scusate le unghie sporche...mani da faticatore 😁

Grazie mille per l'attenzione.
Un saluto.
Andrea




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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:25 am

5 dicembre 2018

Storia nella storia.
Per realizzare il progetto GRANDRÉCIF, ho dovuto imparare a revisionarmi i movimenti da solo. Pur essendo NOS, hanno comunque più di 40 anni e per fare le cose per bene il movimento deve essere pulito dall'olio vecchio e lubrificato di fresco.
Non è un movimento facilissimo come un myiota o un 2824 ETA, dei quali si trova tutto: dalle schede per gli olii ai tutorial su YouTube.

A parte che non esiste un esploso, dunque ho dovuto imparare sul campo. Poi ci sono molti pezzi in più. Gli anni 60/70 erano gli anni delle innovazioni e la Francia era molto avanti. Il movimento FE4612 ha un treno di ruotismi a parte per la correzione oraria, separato dal treno del tempo. Dunque una scuola completamente diversa.

Ho dunque acquistato un banchetto e tutto l'occorrente. Mi mancava però una lavatrice. Dunque me la sono costruita da solo.

Lei è "Stellina". È costruita in modo semplice e dunque molto versatile, possono farsi tutti i lavaggi che si vogliono, spostandola da un barattolo all'altro, ha anche una stufetta per l'asciugatura. Ha 3 velocità e 2 sensi di rotazione. Può funzionare a corrente o a batteria. È costruita con materiali facilmente reperibili poi ovviamente adattati a mano alle mie esigenze. Lava molto bene, sono soddisfatto. Spero vi piaccia.

Un saluto e grazie per l'attenzione.

Andrea
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Re: Storia di un orologio: Project GRANDRÉCIF

Messaggio da Soyuz » ven gen 25, 2019 2:26 am

A proposito:
Perché GRANDRÉCIF???

Tutti mi chiedono il nome? Quale sarà il nome?
Come lo chiamerai?

Il nome sarà GRANDRÉCIF

È Francese
Si legge "GRONRESÍFF" Con la erre moscia e l'accento sulla I (chiedere al traduttore di Google per conferma).

Nome perfetto, trovato quasi per caso.
Perché? Ve lo spiego!

Grand Récif in francese vuol dire Grande Barriera Corallina.

- Il movimento FE 4612 A è un movimento che venne prodotto dalla fabbrica di movimenti Jeambrun, facente parte del consorzio Francese "France Ébauche" .

- La mia fonte di ispirazione sono quei marchi di Orologeria francesi come Triton, ZRC, Yema, LIP e tanti altri che nell'epoca d'oro dell'orologeria di Besançon hanno fatto scuola, al pari di Svizzera e Giappone.

- Attraverso una decorazione del fondello, Volevo fare un omaggio a questa meraviglia del nostro pianeta, la grande barriera corallina, un tempio della natura, e il sogno da vivere di ogni sub e amante del mare.

- infine, al centro delle due parole, è possibile trovare il mio nome in francese e l'iniziale del mio cognome (GR)ANDRÈ-C(IF)

Spero vi piaccia.
Capitato un po' di cu*o, ma perfetto!

Grazie per l'attenzione.
Un saluto

Andrea


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