Per noi artefici, studiosi di orologeria, il Pendolo costituisce l’organo regolatore più affidabile e preciso che per primo, storicamente, ha elevato l’orologio al grado di strumento di precisione.
Dopo le prime intuizioni e relative teorizzazioni sull’isocronismo del moto pendolare si è notato che il periodo di un Pendolo Semplice dipende dalla sua lunghezza.
<<[……] così che il tempo di quel vagare di un grave dall’uno all’altro polo era effetto di una arcana cospirazione […..] l’unità del punto di sospensione, la dualità di una astratta dimensione, la natura ternaria di Pigreco, il tetragono segreto della radice, la perfezione del cerchio [……]>> (Umberto Eco).
Come si può notare, dalla descrizione di Eco si evidenzia “la dualità di una astratta dimensione” ossia: l’interconnessione di Tempo e Spazio, un preciso Tempo strettamente legato ad una Lunghezza, proprio come si evince dalla formula T = 2π√l/g (T tempo – π pigreco – l lunghezza – g accelerazione gravitazionale = 9,80 m/s).
Come risaputo Galileo Galilei, non avendo a disposizione orologi abbastanza precisi (il pendolo ancora non era stato applicato all’orologio) in funzione delle sue osservazioni astronomiche, usava calcolare i tempi con un Pendolo Libero di 25 cm di lunghezza (periodo di 1 secondo - oscillazione di andata e ritorno, quindi 1/2 secondo per oscillazione); dunque una precisa base di Tempo in relazione ad una precisa Lunghezza.
E’ palese che delle varie suddivisioni del giorno il “secondo” è quella più vicina ai ritmi del corpo umano (ritmo cardiaco); ora però, a differenza di noi moderni che consideriamo la frequenza definita in Hz (Hertz) come numero di “periodi per secondo”, in passato era preferito il “semiperiodo” ovvero il tempo di una oscillazione detta anche in orologeria, “alternanza”, ragion per cui, a conti fatti, per ottenere il semiperiodo di 1 secondo è necessario il “Pendolo Semplice di 1 metro” (pendolo di 1 metro = semiperiodo di 1 secondo e periodo di 2 secondi).
Il pendolo che oscillava in 1 secondo ossia con periodo di 2 secondi venne chiamato “Pendolo del secondo o dei secondi” oppure “Pendolo che batte il secondo”.
Quanto detto si ricollega, in un certo senso, alla vicenda del “Metro Campione” la cui definizione teorica risale al 1791 quando fu stabilita come 1/10.000.000 dell’arco di meridiano (passante per Parigi) compreso fra l’Equatore e il Polo Nord e successivamente nel 1983 “Il Metro Campione” fu ridefinito come la distanza percorsa dalla luce in un intervallo di tempo pari a 1/299.792.458 (1 secondo/la velocità della luce espressa in m/s).
Il fatto interessante però, fu la proposta degna di particolare attenzione formulata da Tito Livio Burattini (1617 – 1681) che pubblicò in Polonia nel 1675 il trattato “Misura Universale” nel quale proponeva il Pendolo come unità di misura di lunghezza:
<<Dunque li pendoli saranno la base dell’opera mia, e da quelli cavarò prima il mio Metro Cattolico, cioè misura universale, che così mi pare di nominarla in lingua greca……>>; poi precisa ancora: <<Il Metro Cattolico non è altro che la lunghezza di un Pendolo, le cui vibrazioni (alternanze) siano 3600 in un’ ora […..] ch’io intendo d’un Pendolo libero, e non di quelli che sono attaccati agli Horologi.>>. (In effetti tra il Metro ufficiale e il Metro Cattolico di Burattini ci sono solo 6mm di differenza).
IL PENDOLO SEMPLICE - INTERCONNESSIONE DI TEMPO E SPAZIO
A cura di: Giacomo
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Re: IL PENDOLO SEMPLICE - INTERCONNESSIONE DI TEMPO E SPAZIO
Articolo veramente molto interessante
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Re: IL PENDOLO SEMPLICE - INTERCONNESSIONE DI TEMPO E SPAZIO
Io sapevo che durante gli esperimenti sull'isocronismo Galileo misurava il tempopolloniprofmarco ha scritto: ↑lun mar 14, 2022 6:59 pmCome risaputo Galileo Galilei, non avendo a disposizione orologi abbastanza precisi (il pendolo ancora non era stato applicato all’orologio) in funzione delle sue osservazioni astronomiche, usava calcolare i tempi con un Pendolo Libero di 25 cm di lunghezza (periodo di 1 secondo - oscillazione di andata e ritorno, quindi 1/2 secondo per oscillazione)
coi suoi battiti al polso...
O era una bufala oppure non ricorreva ancora al pendolo di 25 cm...
Nell'immagine di sinistra (con la lunghezza del pendolo regolabile) la lente sembra
nella direzione sbagliata...Forse all'epoca di usava una sfera?
Paolo
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Re: IL PENDOLO SEMPLICE - INTERCONNESSIONE DI TEMPO E SPAZIO
Salve Paolo, in effetti non si tratta di una lente ma di una sfera, dal punto di vista fenomenico l'errore è solo grafico, comunque come puoi notare è presente un lieve effetto della luce. Penso che a nessuno verrebbe in mente di far oscillare una forma lenticolare trasversalmente, sarebbe contrario ai principi fisici.