Prima di tutto porgo un saluto a tutti i colleghi di AISOR che mi hanno accolto nell’associazione.
Dopo essermi iscritto, in via sperimentale pubblicai una slide: OMAGGIO AI CRONOMETRI MARINI, con esplicito riferimento ai “cronometri in sospensione cardanica”, questione che oggi vorrei riproporre con qualche dettaglio in più per motivare tale fonte di ispirazione.
Come universalmente risaputo, per determinare un qualsiasi punto sulla superficie terrestre è necessario e sufficiente conoscere le coordinate relative alla LATITUDINE (Nord – Sud in riferimento ai paralleli) e LONGITUDINE (Est – Ovest in riferimento ai meridiani).
La determinazione della LATITUDINE, non ha mai creato difficoltà, infatti con facilità, tramite l’uso di adeguati strumenti, si poteva rilevare l’altezza in gradi sopra l’orizzonte, dell’astro preso a riferimento per la determinazione di tale coordinata.
Era invece praticamente impossibile con la strumentazione disponibile, la determinazione della LONGITUDINE, in quanto espressamente legata al < moto di rotazione della Terra >, per cui la necessità di avere sulla nave un orologio, indifferente ai rollii e ai beccheggi dell’imbarcazione, in grado di mantenere con precisione l’ora del MERIDIANO di RIFERIMENTO da comparare con l’ORA LOCALE rilevata a bordo al momento di stabilire il PUNTO NAVE.
Tale semplice metodo, già espresso nel 1530 dallo scienziato olandese Gemma Frisius, non trovò soluzione fino al 1761 (nonostante che a terra la misura del tempo di precisione fosse già stata raggiunta grazie all’applicazione del pendolo all’orologio), fino a quando John Harrison riuscì a fornire alla marina britannica il primo CRONOMETRO (l’H4 – dopo l’H1, l’H2, l’H3) con le qualità richieste dalla COMMISSIONE PER LA LONGITUDINE; una fondamentale tappa per il successivo sviluppo che condusse ai tradizionali CRONOMETRI MARINI su SOSPENSIONE CARDANICA che mai hanno perduto il loro leggendario fascino.
Come già detto tali strumenti sono stati fonte di ispirazione, ragion per cui ho voluto dedicare ad essi tre orologi tra cui uno con evidente specifico rimando a tali CRONOMETRI su SOSPENSIONE CARDANICA ( al momento ancora sprovvisto del tradizionale cofanetto ligneo).
Ispirati ai -CRONOMETRI DA MARINA IN SOSPENSIONE CARDANICA
A cura di: Giacomo
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Ispirati ai -CRONOMETRI DA MARINA IN SOSPENSIONE CARDANICA
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- H1- primo cronometro da marina – nel 1736 affrontò il primo viaggio su nave e come testimoniato dai diari di bordo fu un successo. La commissione era divisa in due, da una parte coloro che sostenevano il progetto per la cronometria; dall’altra gli astronomi che sostenevano i complessi calcoli basati sull’osservazione degli astri. Comunque Harrison non era ancora soddisfatto ed ebbe un nuovo finanziamento.
H2 - altri cinque anni per realizzare un nuovo cronometro; nel 1742 il nuovo orologio superò brillantemente numerose prove.
H3 - ci vollero ben 20 anni per realizzare il terzo cronometro, questo pesava solo 27 Kg molto meno dei due precedenti; non ha bilancieri a manubrio con alle estremità dei pesi da 2 Kg ma è regolato da due grandi bilancieri circolari ed una singola molla a spirale. - 2.jpg (52.48 KiB) Visto 981 volte
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- H4 - 1755, sembra un grande orologio da tasca dal diametro di circa 12 cm, quindi molto grande, ma piccolo se confrontato con i 3 cronometri precedenti, infatti il suo peso è di soli 1,300 Kg.
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- Harrison che si era sempre mostrato insoddisfatto dei precedenti cronometri, di questo invece egli dice: <<Credo di poter dire con orgoglio che al mondo non esiste un oggetto meccanico o matematico con una struttura più bella o singolare di questo mio orologio per misurare la longitudine .. E ringrazio Dio di avermi fatto vivere tanto a lungo, in una certa misura anche per completarlo.>>
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- Cronometro da marina in sospensione cardanica N° 1252 firmato L. LEROY & C. - fine XVIII.
Tali cronometri custoditi in una apposita e pregiata cassetta lignea e montati su una sospensione cardanica per smorzarne le sollecitazioni, sono stati impiegati oltre che per la navigazione in funzione della determinazione della Longitudine, anche per spedizioni a terra. Il movimento è caratterizzato da una elevata precisione di marcia, particolari e vari accorgimenti tecnici ne determinano un grado di errore che non superare i 3/10 di secondo al giorno:
Attriti ridotti al minimo, forza motrice resa costante dalla coppia bariletto-conoide, bilanciere compensato associato ad una spirale libera cilindrica, scappamento a detente (a scatto) introdotto nel 1776 da Pierre Le Roy ….. etc ….. ( gli aspetti tecnici e relativa evoluzione come ben sappiamo, meriterebbero di essere descritti con grande cura e dettagli illustrativi); quadrante di circa 10 cm, essenziale, ben leggibile, con indicazioni di: ore, minuti, secondi e riserva di carica. Questi prestigiosi e leggendari cronometri, sono indubbiamente meno precisi dei grandi regolatori a pendolo della stessa epoca di pari livello qualitativo, ma hanno il vantaggio di non essere sensibili agli strapazzamenti della navigazione, infatti per garantire il grado di precisione, sono posti nell’apposita cassetta lignea alla quale sono collegati mediante sospensione cardanica a due assi perpendicolari tra loro, allo scopo del mantenimento di una rigorosa orizzontalità. - 5.jpg (60.92 KiB) Visto 981 volte
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- Il fascino dei tradizionali cronometri marini ha fatto da motore per la realizzazione del presente prototipo frutto di un certo impegno, da poco concluso, ma purtroppo ancora privo della prevista cassetta lignea, la cui realizzazione richiede la disponibilità di un bravo ebanista, che per il momento non sono ancora riuscito a trovare forse perché piccolo e laborioso (dimensioni interne di base: 135 x 135 mm).
Tale orologio che non oso definire cronometro in quanto non gode delle caratteristiche tecniche per meritarsi un così importante appellativo, è animato da un movimento con circa 46 ore di autonomia di marcia, il quadrante è di ottone argentato e reca incise le indicazioni di: ore, minuti e piccoli secondi a ore 6. - 6.jpg (85.41 KiB) Visto 981 volte
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- Movimento derivato dal calibro Unitas 6497 – 16,5’’’ – bilanciere liscio 21600 A/h = 3 Hz – autonomia di marcia 46 ore.
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- Charles Frodsham – N° 09973 – cronometro a tourbillon.
Solitamente i cronometri a sospensione cardanica erano tenuti custoditi nei locali più bassi della nave (dove le turbolenze della navigazione sono di minor disturbo). Al momento del rilevamento della Longitudine, l’ora ottenuta facendo la media dei vari cronometri, veniva trasportata al piano di carteggio, in timoneria, con un cronometro più maneggevole, in pratica un orologio da carteggio tipo tasca di elevata precisione. Sembra che anche l’H4 di Harrison fosse inizialmente concepito per trasportare l’ora rilevata dal grande H3. - 8.jpg (71.2 KiB) Visto 981 volte
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- Personale prototipo, da tasca, ispirato ai cronometri da marina, diametro 51 mm, quadrante argentato e inciso con indicazioni: ore, minuti, piccoli secondi a ore 6.
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- Movimento calibro Unitas 6497 – 16,5’’’ – bilanciere liscio 18000 A/h = 2,5 Hz – autonomia di marcia 46 ore.
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- Il precedente orologio da tasca più un polso diametro 42mm, secondi ore 9, ancora ispirato ai cronometri marini.
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- Cane
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Re: Ispirati ai -CRONOMETRI DA MARINA IN SOSPENSIONE CARDANICA
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Praticamente uguale a questo, ma di un'altra marca, ce l'ho anch'io...
viewtopic.php?f=12&t=4612&p=37987&hilit=6mx#p37987

Praticamente uguale a questo, ma di un'altra marca, ce l'ho anch'io...

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Paolo
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Re: Ispirati ai -CRONOMETRI DA MARINA IN SOSPENSIONE CARDANICA
Ottimo approfondimento, bei pezzi !
- Giacomo
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Re: Ispirati ai -CRONOMETRI DA MARINA IN SOSPENSIONE CARDANICA
Interessante approfondimento, hai mai pensato di modificare un ut?