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Un progetto di F.E.

Inviato: gio gen 16, 2020 2:37 pm
da Calico
Ecco cosa ho trovato: lo schema di un dispositivo che sincronizza gli orologi elettrici dislocati in vari punti di una città piuttosto che di un insediamento industriale! Si tratta delle risposte ai lettori di Fare Elettronica nr. 29 del novembre 1987 a cura dell'ing. Angelo Cattaneo.
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Spero di aver fatto cosa gradita.

Re: Un progetto di F.E.

Inviato: gio gen 16, 2020 4:31 pm
da gio64
Cosa gradita. Nei tempi che furono si tiravano per tutta la città 2 fili e si collegavano tutti gli orologi fra loro ricevitori in parallelo. Così in questo modo si avevano per tutta la città ora uguale su tutti gli orologi

Re: Un progetto di F.E.

Inviato: gio gen 16, 2020 10:07 pm
da Giacomo
Sembra che si sta parlando di un secolo fa, ma sono passati solo 33 anni

Re: Un progetto di F.E.

Inviato: sab lug 11, 2020 11:22 pm
da Japo
Giacomo ha scritto:
gio gen 16, 2020 10:07 pm
Sembra che si sta parlando di un secolo fa, ma sono passati solo 33 anni
Leggere poi della "telescrivente parlante con il C64" mentre ci stiamo scambiando messaggi su di un forum... fa veramente pensare a quanto tempo sia passato!

Re: Un progetto di F.E.

Inviato: mer lug 15, 2020 7:40 am
da gio64
Japo ha scritto:
sab lug 11, 2020 11:22 pm
Giacomo ha scritto:
gio gen 16, 2020 10:07 pm
Sembra che si sta parlando di un secolo fa, ma sono passati solo 33 anni
Leggere poi della "telescrivente parlante con il C64" mentre ci stiamo scambiando messaggi su di un forum... fa veramente pensare a quanto tempo sia passato!
esatto . la tecnologia ha fatto passi da gigante

Re: Un progetto di F.E.

Inviato: mer lug 15, 2020 8:50 am
da Calico
Scusatemi, non vorrei correggere, ma mi sembra giusto fare delle puntualizzazioni contestualizzando la rivista. Io a quei tempi non ero informatizzato, ma già dal 1981 andavo a giocare con gli amici che certe tecnologie le avevano, assieme a intere stanze piene di cassette/cartucce di costosissimi giochi: ci eravamo emancipati dalla schiavitù dei soldi metallici spesi nelle sale giochi, specialmente quando avevamo capito che la sala giochi era per molti un pretesto per scambiarsi gli spinelli nei bagni. Essendo noi un nutrito gruppo contrarissimo a questo svago psichedelico, per evitare questioni e pericolosi scontri, ci eravamo organizzati nelle nostre case. Nel 1980 se non sbaglio esce il Sinclaire Spectrum a colori, con cassette registrabili per i dati in binario. Il Commodore 64 è di quegli anni e poco dopo esce il 128, il Sinclaire Q, che non ebbe fortuna, mentre i primi Mac venivano già comunemente usati in editoria poiché potevano assemblare facilmente foto e testo, in pochi bite, pertanto ogni rivista cartacea che si rispettasse aveva già almeno uno dei primi Mac, di cui custodisco un esemplare in salotto. Internet esce in USA già a inizio anni '70, ma si diffonde nei primi degli '80 nel mondo e credo che nei sotterranei di alcune strade della Grande Mela ci siano ancora dei server che contengono dati in formato testo, inseriti coi primi linguaggi macchina, Poiché i primi Vic20 e Texas instrument erano giochini superati già a fine anni '70. Non credo di sbagliare se scrivo che nel 1987, quando esce la rivista (innovativa, perché tratta argomenti contestuali e non semplici raccolte di schemi vecchi) già stavano nascendo i primi PC, poiché era in voga l' MS-DOS con il primo linguaggio Picam che trasformava il PC in una macchina per scrivere elettronica, con la sua interfaccia blu, molto caro ai negozi Olivetti. Si tratta di mesi, prima o dopo, che già c'erano i primi esperimenti di windows, che il furbo Zio Bill mandava in giro per il mondo, di straforo, per vedere se poteva trovare interesse commerciale e magari qualche programmatore interessato, per un linguaggio a oggetti spostabili liberamente sullo schemro, mentre i primi MAC dei negozi di giochi a Pisa, già dal 1982-83 avevano i giochi in quadratini fissi, tutto attorno al bordo dello schermo e neppure si sapeva cos'era una finestra in multitasking, mentre nascevano i primi giochini bidimensionali. Pertanto ritengo che la rivista del 1987, tutta frutto di genio editoriale italico, avesse l'intenzione di far riutilizzare un gioco costoso, quanto lo stipendio di un operaio medio, qual era stato il Commodore 64, per una cosa utile quale la semplice interpretazione dei segnali metereologici radio e la riproduzione delle piantine meteo su grosse stampanti ad aghi o plotter, collegabili alla sua porta stampante. Scusate se non sono stato preciso, ma vado solo a memoria.