Datare un antico manufatto è spesso difficile: esistono criteri generali che possono guidare nella “lettura” di un pezzo, ma le variabili in gioco sono moltissime, e le eccezioni alle regole sempre in agguato.
Il cacciatore di antichità - e l’appassionato di orologi da torre non fa eccezione - vorrebbe giocare facile: girare intorno al pezzo prescelto e poter leggere sul telaio, in caratteri nitidi, una firma ed una data, ma raramente le cose sono così semplici.
I Paesi di area germanica apponevano spesso, per tradizione, la data sui propri manufatti, come si può vedere, ad esempio, sulle case e sui tanti mobili dipinti in cui compare l’anno di realizzazione. In Italia generalmente non si datava, e ben di rado l’autore firmava.
Ciononostante, esistono pezzi datati e firmati, ed in alcuni si trovano, incise sul telaio, anche le date e le firme di chi vi ha posto mano in un secondo tempo, per restauri o modifiche. Qualche volta si riesce, quindi, a ricostruire almeno in parte (in mancanza di documentazione) una storia del movimento. Allo scopo, è utile un repertorio come il Dizionario degli Orologiai Italiani del Morpurgo, o la sua versione aggiornata, opera di Enzo Turicchia, recensita in questo stesso forum poco tempo fa.
Vorrei presentare in questa sede dei criteri, di larga massima, con cui, di fronte ad un movimento, possiamo inquadrarlo cronologicamente partendo dall’analisi della sua struttura. In questa prima parte tratteremo i movimenti di forma più antica: la struttura a gabbia, che nella letteratura inglese è detta birdcage, gabbia per uccelli. Mi si permetta di sottolineare che non può essere chiamata, in italiano, struttura a pollaio, come ho visto fare in qualche pubblicazione.
Gli esemplari più antichi giunti sino a noi (Salisbury e Chioggia, entrambi del 1386) ce la mostrano, costituita da montanti verticali che formano, grazie a traverse orizzontali, un parallelepipedo. Il materiale è il ferro forgiato a mano, ed i montanti verticali hanno, oltre ad una funzione strutturale, anche il compito di alloggiare le bussole in cui hanno sede gli assi solidali con gli ingranaggi.
Nei pezzi molto antichi tutto è lavorato a mano: dalle barre di ferro, più o meno irregolari, alle ruote dentate, ai pignoni, che presentano la caratteristica forma detta a lanterna, già nota nel mondo antico e comune nelle costruzioni dei mulini, in cui i denti sono una serie di cilindretti tenuti in posizione tra due piattelli.
Le ruote tendono ad essere di grande diametro e di poco spessore: il ferro era materia costosa, e, prima dell’avvento delle macchine per tagliare gli ingranaggi, i denti erano tirati a lima, uno per uno.
Gli assi dei tamburi su cui si avvolgono le funi di carica dei pesi sono posti uno in linea all’altro, e la struttura è resa rigida non da viti e dadi, ma da caviglie in ferro: è infatti necessario smontare completamente il telaio per poter eseguire manutenzioni.
La struttura a gabbia sopravvisse in Italia, in centri minori e per produzioni provinciali, fino alla fine del XIX secolo: proprio per questo, l’aspetto arcaico deve sempre incuriosire ma non è, di per sè, garanzia necessariamente di grande vetustà.
Si noti come nell'esemplare del 1775 qui di seguito illustrato, di manifattura italiana, la struttura sia di tipo antico ma i treni della suoneria e del tempo abbiano i tamburi messi paralleli, indice di produzione più tarda rispetto ai tamburi in linea. Ugualmente, esistono persistenze di tamburi in linea anche nel XVIII secolo, per cui tutto quel che possiamo con certezza dire è che tamburi paralleli pongono un orologio da torre dopo il 1670.
Un'ultima osservazione: esistono casi in cui il telaio è molto antico, ma tutti gli ingranaggi sono stati sostituiti e qualche volta persino la loro disposizione è stata stravolta. In questi casi, è necessario cercare - per quanto possibile - di ricostruire le vicende di modifica ed alterazione dell'orologio per descriverlo correttamente.
Datare un orologio da torre - Prima Parte
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Datare un orologio da torre - Prima Parte
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Re: Datare un orologio da torre - Prima Parte
Proseguiamo nel dettaglio dell'analisi.
L'antico metodo di fissaggio di parti metalliche, in un telaio, era quello detto a caviglie, o a spine, o a cunei.
Analizzando un oggetto antico, c'è sempre la possibilità che anche altri tipi di fissaggio, come il rivetto o viti e dadi, siano stati aggiunti, magari in occasione di restauri successivi, o per la necessità di rinforzare la struttura.
Viti e dadi sono in genere segno di epoca tarda: molto difficile incontrarne sugli orologi da torre prima della fine del '600.
Non tutti i fissaggi a caviglia sono dello stesso tipo: ve ne sono di più grezzi e grossolani (il che non significa automaticamente più antichi, voglio sottolinearlo) ed altri sono raffinatissimi. Di seguito, il fissaggio dei montanti dell'orologio di Salisbury (1386): un esempio di alta qualità e grande antichità. Si noti anche la qualità delle basse in ferro forgiato e della finitura delle superfici. I grandi fabbri inglesi del Tardo Medioevo.
L'antico metodo di fissaggio di parti metalliche, in un telaio, era quello detto a caviglie, o a spine, o a cunei.
Analizzando un oggetto antico, c'è sempre la possibilità che anche altri tipi di fissaggio, come il rivetto o viti e dadi, siano stati aggiunti, magari in occasione di restauri successivi, o per la necessità di rinforzare la struttura.
Viti e dadi sono in genere segno di epoca tarda: molto difficile incontrarne sugli orologi da torre prima della fine del '600.
Non tutti i fissaggi a caviglia sono dello stesso tipo: ve ne sono di più grezzi e grossolani (il che non significa automaticamente più antichi, voglio sottolinearlo) ed altri sono raffinatissimi. Di seguito, il fissaggio dei montanti dell'orologio di Salisbury (1386): un esempio di alta qualità e grande antichità. Si noti anche la qualità delle basse in ferro forgiato e della finitura delle superfici. I grandi fabbri inglesi del Tardo Medioevo.
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Re: Datare un orologio da torre - Prima Parte
Incredibile, forgiare con quei risultati.
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Re: Datare un orologio da torre - Prima Parte
Marisa non ho trovato nel forum la seconda parte. Dove la posso trovare?
Doriano hobbista riparatore