Tra una Guinness e l'altra

Solo orologi da campanile e da torre.
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Marisa
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Tra una Guinness e l'altra

Messaggio da Marisa » ven lug 12, 2019 7:34 am

Presso il pubblico italiano la birra Guinness è notissima, da molti anni: la più celebre tra le bevande irlandesi sbarcate sul suolo italico, associata alla caratteristica etichetta con l’arpa celtica, dal colore scuro e dal caratteristico sapore intenso, inconfondibile.
Può sembrare strano sentire parlare di Guinness da queste pagine, ma in Italia pochi conoscono una storia vera, che per oltre trent’anni fece associare nel mondo anglosassone l’icona di questa birra al mondo dell’orologeria, per di più in una curiosa chiave umoristica.

Sino dagli anni Trenta dello scorso secolo l’azienda produttrice aveva scelto, come testimonial iconografici della propria pubblicità, una serie di divertenti personaggi: gli animali di un immaginario zoo pazzerellone e il loro strambo guardiano. Manco a dirlo, tutti gli animali andavano matti per la celebre birra e cercavano in ogni modo di rubare le preziose bottigliette, sottraendole al povero guardiano, che lottava disperatamente per salvaguardare le scorte a lui assegnate.

Da semplici cartoon e poster bidimensionali, nei difficili anni del secondo dopoguerra i personaggi divennero protagonisti di un curioso grande orologio promozionale, una sorta di giostra animata che il produttore della celebre bevanda installava nelle prime fiere di un mondo tutto da ricostruire, per attirare l’attenzione e promuovere la vendita dei propri prodotti.

Al nostro sguardo smaliziato l’idea potrebbe far sorridere, ma il pubblico irlandese dei primi anni ’50 trovò divertentissima la cosa, al punto che tutte le manifestazioni popolari cui Guinness presenziava facevano a gara per assicurarsi la presenza della coloratissima giostra, che allo scoccare di ogni quarto d’ora si animava, davanti allo sguardo divertito di grandi e piccini, con un putiferio di rumori e movimenti.

Gli automi che rappresentavano lo scanzonato zoo, tra cui primeggiavano per simpatia il celebre tucano e lo struzzo che ingoiava la bottiglietta tutta intera, che restava ben visibile all’interno del lungo collo, rincorsi e minacciati dal povero guardiano, erano la massima attrazione di ogni manifestazione popolare.

Suoni, scampanii, sirene rendevano impossibile non accorgersi della presenza di questo strano trabiccolo, dall’aria circense, alto circa otto metri.

Ideato nel 1951 da Martin Pick, allora direttore marketing di Guinness ma con background meccanico ed elettrotecnico, l’orologio pilota, elettrico, governava una serie di automi elettromeccanici in corrispondenza degli istanti prefissati per gli show, tipicamente ai 15 minuti di ogni ora.
Ogni spettacolino aveva durata di poco inferiore ai cinque minuti.

All’interno della fantasmagorica costruzione si trovavano nove motori elettrici e tre orologi, sempre elettrici, sincronizzati: le fattezze dei personaggi furono disegnate da un cartoonist, John Gilroy, che – pochi lo sanno – fece una parodia di sé stesso proprio ritraendosi nei panni del povero guardiano dello zoo, con humour prettamente britannico.

Pensato quasi per scherzo, l’orologio ben presto si rivelò uno strumento di vendita fenomenale, al punto che l’azienda dovette costruirne altre copie, di cui alcune di dimensioni ridotte, in scala, reingegnerizzate per permetterne uno smontaggio e rimontaggio più facile.

Le pressioni dei committenti ed il numero di richieste aumentavano continuamente e giunsero persino da oltre oceano: alla fine degli anni Cinquanta, due orologi Guinness venivano regolarmente esibiti nelle manifestazioni statunitensi, mentre altri due si spostavano tra Inghilterra ed Irlanda.

Macchina complessa, azionata elettricamente, era basata su nove motori principali e tre orologi elettrici sincroni. In fig. 1, una rara immagine d’epoca del famoso segnatempo, proveniente dal mio archivio.
La sequenza delle animazioni era la seguente: allo scoccare del quarto d'ora sbucava il guardiano dello zoo, agitando una campanella, ed iniziava la musica di sottofondo che accompagnava, con l’aiuto di amplificatori, tutto lo spettacolo. Compariva quindi il tucano, che si muoveva e cantava sotto uno strano albero, il Guinness Time Tree, le cui foglie erano altrettanti orologi sui cui quadranti comparivano le lettere che formavano, appunto, la scritta "Guinness Time".

Seguiva lo struzzo, che usciva dal camino dell'assurda casetta ostentando il collo ostruito visibilmente dalla bottiglietta rubata.
Ogni personaggio era caratterizzato da movimenti e suoni peculiari.

Dopo lo struzzo, era la volta del Cappellaio Matto, che si affacciava da una finestrella della torretta con una canna da pesca, cercando di catturare un pesce nel pozzo sottostante. Quando finalmente il pesce abboccava all'amo, sollevando la lenza si scopriva che il pesce era contenuto in un altro pesce e così via, per un totale di quattro prede, una dentro l'altra.
Alla sommità del teatrino si apriva alla fine una sorta di grande ombrellone, a petali, che iniziava a ruotare: appesi sotto le stecche, altri celebri personaggi delle pubblicità della Guinness, che cercavano disperatamente di non cadere, trascinati in un moto vorticoso.

Ogni personaggio, terminata la propria apparizione, scompariva: alla fine dello spettacolino, restava solo il grande orologio, dal ticchettio amplificato, che segnava il tempo su un quadrante attorniato dai segni dello Zodiaco, senza pretese astronomiche ma puro elemento decorativo.

Il successo del Guinness Clock diede luogo ad un’altra creazione: il Guinness Time Piece, che spesso viene confuso con il suo predecessore.
Più complesso e più ricco di animazioni, era costituito da tre moduli che pesavano complessivamente circa quattro tonnellate e che venivano trasportati, per essere riassemblati a destinazione, in un rimorchio stradale.

Diversa la scenografia prescelta: sui quattro lati la Guinness veniva rappresentata come la bevanda ideale in tutte le quattro stagioni dell'anno. i personaggi erano i consueti, ma il direttore dello zoo cercava di inseguire i diversi animali che, dopo avergli rubato la preziosa bottiglietta, se la passavano di mano in mano, inseguiti dal trafelatissimo omino che, naturalmente, non riusciva mai a riagguantarla.

Presentato il 9 giugno 1959 in occasione del Festival Party, tenutosi nei Battersea Pleasure Gardens per il bicentenario della Guinness, divenne anch'esso itinerante, anche se per la sua struttura risultò particolarmente sensibile alle raffiche di vento, richiedendo quindi la costante presenza di un tecnico per garantirne il funzionamento in piena sicurezza.

Le esigenze di un mercato ormai caratterizzato dal boom economico degli anni Sessanta, la scelta di innovare l’immagine a livello marketing e una nuova politica promozionale fecero tramontare nel 1966 la fama del guardiano dello zoo e dei suoi animali: i celebri orologi furono tutti smantellati e, con rammarico degli appassionati, solo poche immagini d’epoca restano a testimoniare quello che - se non fu certo un capolavoro meccanico - sicuramente fu un indimenticabile trionfo del marketing, con un segnatempo per protagonista.



Foto 1: Una immagine d'epoca mostra il Guinness Festival Clock, nei primissimi anni '50

Foto 2: Il famoso struzzo, che ingoiava la bottiglietta tutta intera, sotto lo sguardo disperato del povero guardiano dello zoo pazzo


Figura 1 - The Guinness Clock.jpg
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Figura 2 Struzzo Guinness e Guardiano.png
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Re: Tra una Guinness e l'altra

Messaggio da rprisin » sab lug 13, 2019 12:01 am

Storia molto interessante, qui un video trovato in rete
https://vimeo.com/89823385
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti
(L.Pirandello)

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Paolo Antolini
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Re: Tra una Guinness e l'altra

Messaggio da Paolo Antolini » mer lug 17, 2019 1:45 am

Piacevolissimo grazie davvero
Ad maiora

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Re: Tra una Guinness e l'altra

Messaggio da gio64 » mer lug 17, 2019 7:32 am

Interessante grazie
IL PANE DURO , NON è DURO . E NON AVERE IL PANE CHE è DURA

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