Rintocchi e scampanate

Solo orologi da campanile e da torre.
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Marisa
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Rintocchi e scampanate

Messaggio da Marisa » gio mar 29, 2018 9:21 am

La maggior parte degli orologi da torre è dotata del treno della suoneria: allo scoccare delle ore, un numero di rintocchi pari all'ora scaduta viene fatto suonare alle campane, azionate mediante tiranti e percosse da martelli, pilotati dalle leve del movimento.
Assai frequentemente, oltre alle ore vere e proprie, un rintocco isolato, talvolta sulla medesima campana, a volte su una campana più piccola, dal suono più acuto, segna lo scoccare della mezz'ora.

Senza voler in questa sede affrontare l'affascinante argomento delle molteplici soluzioni meccaniche e cinematiche con le quali è stata nei secoli risolta la sezione del movimento preposta alla suoneria, vorrei invece questa volta parlare di quei casi in cui l'indicazione sonora non è semplice ed intuitiva come le poche righe precedenti potrebbero lasciar immaginare.

Volendoci ancora trattenere sul tema della suoneria delle ore e delle mezze, ricordo come da molte torri e campanili i rintocchi delle ore non giungano una sola volta, ma due: a distanza di un minuto circa, la batteria delle ore viene ripetuta, per comodità di quanti non avessero potuto sentirla agevolmente, contando i rintocchi dall'inizio, la prima volta.

E' la cosiddetta ribotta, detta anche "suoneria alla lombarda", pur essendo pratica ben nota anche oltralpe: è infatti la regola per le tanto comuni pendole Morbier e Comtoises in generale, provenienti dalle Alpi francesi.

La ribotta in Francia e in buona parte dell'Italia settentrionale eseguiva due volte lo stesso numero di colpi: non sempre era così in quelle zone, soggette anticamente al dominio dello Stato della Chiesa, in cui l'orologio, come il territorio di cui faceva parte, aveva passato magari traversie: la Chiesa imponeva il conteggio in sei, ma l'orologio, spesso preesistente, era in dodici.

Per non scontentare né il Cielo né la Terra, gli ingegnosi orologiai nostrani talvolta adattavano il movimento, facendo in modo che una serie di rintocchi fosse in base dodici, e l'altra in base sei. Alle otto, quindi, ad esempio, avremmo sentito una volta suonare otto colpi e una volta due (8 - 6 = 2). La fig. 1 mostra una partitora con ribotta in 12 + 6.

In tutta l'area germanofona è sempre stata pratica comune far suonare all'orologio pubblico anche i quarti: le zone dell'Italia Settentrionale che storicamente hanno subito tale influenza culturale spesso mantengono tale usanza, anche nella suoneria attuale.

Suonerie complesse, con motivi musicali, i cosiddetti carillon, ebbero grande fortuna nel Nord Europa a partire dalla fine del Medioevo: gli immensi tamburi con pioli aggiustabili permettevano l'esecuzione di motivi anche diversi, in ogni caso modificabili, e costituiscono ancor oggi il vanto di celebri orologi tra Olanda e Belgio.

Musiche vere e proprie, eseguite su almeno cinque campane, contrassegnavano ad esempio il mezzogiorno e sovente erano l'accompagnamento per l'entrata in scena di giostre di automi.
Temi particolari erano eseguiti in occasione delle grandi festività: Natale e Pasqua prime tra tutte.

Giungendo ad epoche a noi più vicine ed alla produzione degli orologi da torre con metodologie industriali, notiamo come spesso i costruttori abbiano scelto soluzioni di tipo modulare: ad un treno del tempo e della suoneria, anch'essi talvolta separati e quindi modulari, ad esempio nella produzione elvetica, poteva essere aggiunto un treno supplementare per il carillon o per scampanate particolari, di cui parlerò tra poco.

Nei Paesi germanici è frequente, grazie a tale struttura, trovare addirittura quattro treni: uno per il tempo, uno per le ore, uno per i quarti ed un quarto, che spesso è detto "Angelus", per eventuali ulteriori effetti musicali.

Il nome Angelus non deriva da un marchio industriale o da un nome commerciale, ma dall'omonima preghiera, che iniziava nella versione italiana "L'Angelo del Signore, portò l'annuncio a Maria... ", in corrispondenza della quale l'orologio faceva partire una serie di rintocchi non legata al valore numerico dell'ora, ma all'evento in sé: chiamava i fedeli alla preghiera e nel contempo, indicava alle 6 di mattina l'inizio del lavoro, alle 12 la pausa per il pranzo ed alla sera segnava il termine dell'attività, tipicamente per quanti operavano in campagna.

Il grande orologio dei Frassoni di Rovato, posto sul campanile della chiesa di Lissone nel 1927, purtroppo attualmente in cattive condizioni, era in grado di suonare, in funzione della programmazione, diversi motivi tra cui anche l'Inno del Piave!

Studiando e cercando nelle storie locali, anni fa ebbi modo di intrattenere corrispondenza con un appassionato di tradizioni della bella terra di Sicilia. Fu lui il primo a farmi conoscere come nel Meridione fossero in uso scampanate particolari, che egli ancora ricordava di aver sentito nella sua infanzia. Spinta dalla curiosità, provai a cercare se le usanze fossero ovunque sopite, finendo con lo scoprire come, al contrario, pur se poco pubblicizzate, in molte località siano ancora seguite.

Al termine del Carnevale, con l'entrata in Quaresima alla mezzanotte, la campana della torre di Montescaglioso, in provincia di Matera, suona quaranta rintocchi: se la fune della campana in alcuni Paesi è tirata a mano, in altri invece è direttamente azionata dall'orologio, ovviamente se il meccanismo è in grado di farlo. A Molfetta, in Puglia, i colpi non sono 40, bensì 33, come gli anni del Signore.

In un comune del Veneto, Noale, l'orologio è stato restaurato alcuni anni fa per far suonare le campane "come un tempo": alle otto del mattino la campana della chiamata degli scolari, ma solo nei mesi di scuola; alle nove ed alle ventuno si odono i rintocchi della campana cosiddetta "del Comune", e addirittura, molto interessante, a mezzogiorno ed a mezzanotte si esegue una batteria di 33 colpi, oltre ai rintocchi orari: trentatré è numero legato alla devozione cristiana, come abbiamo visto anche altrove.

Nella cittadina di Làscari, in provincia di Palermo, alla mezzanotte l'orologio suona ben cento rintocchi, dividendo la popolazione tra i sostenitori della Tradizione e quanti, forse non del tutto a torto, lamentano di essere infastiditi da tale usanza. Ma alla fine, a tutto ci si abitua.



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Il grande orologio dei Frassoni a Lissone, installato nel 1927
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Re: Rintocchi e scampanate

Messaggio da Cane » lun apr 02, 2018 5:59 pm

Interessante.... :D

Anch'io con 100 rintocchi alla mezzanotte e' probabile protesterei... :lol:


Nella mia cittadella di Cecina (LI) ricordo da bambino di aver visitato una fabbrica di orologi da campanile/torre attiva credo dall'800, non so per quanto tempo e rimasta in funzione, credo fino agli anni 60...

Ho fatto una piccola ricerca e il nome dovrebbe essere Ferdinando Luigi e Sirio Toninelli(non ho idea se orologiaio importante o no)

FabbricaOrologi.jpg
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La fabbrica che ricordo benissimo...

Fig9.jpg
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Un orologio restaurato che dovrebbe essere in un paesino vicino a me...

Fig4.jpg
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Un'altra immagine
Paolo

Marisa
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Re: Rintocchi e scampanate

Messaggio da Marisa » sab apr 07, 2018 4:50 pm

La produzione dei Toninelli ebbe soprattutto diffusione locale in area Toscana. Erano orologi semplici e robusti, non raffinati meccanicamente ma al tempo stesso senza grandi pretese. Non ho molte altre informazioni su questo produttore, come molti altri 'minori' italiani meriterebbe uno studio e una raccolta di dati a sé.

Grazie per le immagini.
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