La casa dell'orologio

Solo orologi da campanile e da torre.
Rispondi
Avatar utente
sobas66
Newbie
Newbie
Messaggi: 12
Iscritto il: gio gen 02, 2020 8:28 pm
Località: Treviso

La casa dell'orologio

Messaggio da sobas66 » lun dic 25, 2023 5:43 pm

A casa del reojio
WhatsApp Image 2023-09-20 at 07.04.29.jpeg
WhatsApp Image 2023-09-20 at 07.04.29.jpeg (117.31 KiB) Visto 227 volte
A Vigonza precisamente in via Carpane, c’era una vecchia casa, anzi, nel 1800 era l’unica contornata da “casoni” di paglia e da quello che si racconta era molto più vecchia.
All'interno si narra che ci fosse stato un muro di pietre crude dal colore molto scuro e una leggenda vuole che nel giardino circostante fosse stato sepolto un prete, per suo volere.
Agli inizi del 1900 vi risiedevano con il padre Ferdinando i 5 fratelli Ceoldo: Marcello, il fabbro e suo fratello Virginio detto “Ninin” e le tre sorelle Olga, Nina e Maria.
Fra di loro, comunque, desta interessa il “Ninin” che come nomignolo veneto non lascia dubbi, identifica una persona piccola e minuta, che a causa di una paralisi ad una gamba non gli permetteva di camminare perfettamente. Egli tuttavia aveva un ingegno fuori del comune, che gli permise di studiare fino al Liceo e comunque aveva appreso i rudimenti di maniscalco dal padre e aiutava pure il fratello, nei limiti delle sue possibilità.
ninin.jpg
ninin.jpg (133.41 KiB) Visto 227 volte
Il Ninin nutriva una passione per l’orologeria e avendo ereditato da una contessa veneziana un movimento da torre, egli lo restaurò a dovere e lo installò sulla facciata frontale della sua casa. L’orologio era fornito di due bellissime lancette in ferro forgiato e il quadrante era dipinto sul muro dell’edificio; un po’ sopra il quadrante sopra il quadrante, un palo di ferro sorreggeva due campanelle che ogni ora e mezz’ora rintoccavano il passare del tempo. Il movimento dell’orologio era stato inserito all’interno della casa in un piccolo vano dove lo si raggiungeva soltanto tramite una strettissima scaletta a chiocciola, così stretta che, oltre al Ninin e qualche bambino, pochi potevano passarci e così vedere il movimento stesso.
Per un periodo di tempo, l’orologio veniva caricato ogni giorno, da un allora bambino, che abitava lì vicino e ancor oggi conserva gelosamente uno dei pesi di pietra usati come forza motrice.

La casa era molto grande e ogni fratello aveva la sua officina. A sinistra rispetto l’entrata, c’era l’officina di Marcello e a destra quella del Ninin. Sopra le camere da letto i letti rigorosamente fatti da loro in ferro battuto.
La grande stanza dove Virginio costruiva ed aggiustava orologi aveva un grande tavolo al centro, piena di pezzi in costruzione o in riparazione, utensili, apparecchiature e le pareti della stanza piena di orologi appesi, per la maggior parte cucù.
Il Ninin non era di molte parole, era mite e aveva un mondo interiore molto ricco. Dimostrava più con i fatti che con le chiacchere. Racconta il figlio: “Io ero sempre con lui. Mi incuriosivano tutti quegli ingranaggi, le lancette, i quadranti, le molle e le rotelle che si incastravano perfettamente l’una con l’altra. Trafficava per ore con piccoli meccanismi sconosciuti, li montava e poi magicamente, cominciavano a tenere il tempo, lo intrappolava dentro le lancette, gli dava il ritmo e tac! L'orologio era fatto.
Ho il rammarico di non averlo aiutato più del tempo che gli ho dedicato. Mio padre mi mostrava ogni aspetto della vita, diceva che la vita si muove sempre, l’importante è sapersi adattare ad ogni situazione, mai perdersi d’animo, mai piangere sul passato. Confrontarsi con le novità, apre le porte ad esperienze inattese, fa nascere nuovi entusiasmi che sono il concime della vita.”
Nella costruzione degli orologi, specie per quelli da torre, i fratelli lavoravano insieme: Marcello il più forzuto forgiava il castello del movimento, mentre Ninin costruiva gli ingranaggi, hanno costruito movimenti per campanili tanto che il figlio ricorda quello di Paluello, Perarolo e la chiesetta di Sant’Andrea della rotonda di Badoere, racconta ancora che la cosa più difficile era l’installazione delle lancette sulla mostra del campanile, il Ninin che era il più leggero, veniva calato con delle corde dalla cella campanaria, una sorta di precursore di quella che oggi si chiama edilizia acrobatica.
orologio ninin.jpg
orologio ninin.jpg (120.4 KiB) Visto 227 volte
Le persone che bazzicavano per quella casa trovavano persone accoglienti e pazienti, viviono ancora nei ricordi di bambine che entravano in quella stanza piena di ingranaggi, macchinari strani e orologi appesi tutt'intorno e restavano per ore con la bocca aperta nell’attesa che prima o poi uno di loro rintoccasse le ore e poi a seguire da un cucù uscisse l’uccellino a cantare allegramente il passare delle ore anche se in quel posto, sembrava che il tempo si fermasse in qualche strano modo.

Il ricordo di Ninin dell'orologiaio del paese era di una persona mite, benché svolgesse lo stesso lavoro non si era mai sentito in concorrenza, era una sorta di cooperazione. Il Ninin riparava sveglie, orologi, ricostruiva ingranaggi che difficilmente un orologiaio professionista si sarebbe preso la briga di ricostruire, era più facile vendere una sveglia nuova.. invece lui era della scuola che: “si può ancora riparare”. Ninin si era costruito una motoretta per spostarsi, la sua paralisi non gli permetteva di pedalare in bicicletta, ma con il suo ingegno ha dribblato gran parte degli ostacoli che si era trovato davanti. Quindi inforcato il “bolide” andava in piazza nel negozio di Sergio l’orologiaio, a ritirare molle e i ricambi che lui stesso si faceva inviare dalla fornitura, mentre a volte, era Sergio che andava a portargli i pezzi, per poi intrattenersi e chiacchierare del più e del meno.

Alla casa dell’orologio furono costruite altre case vicino e il borgo di Carpane iniziò a popolarsi, ora però la vecchia casa si trovava vicino ad una curva e nelle giornate di nebbia più di qualche macchina è finita nel fosso adiacente, gli anni sono passati e la gente che la abitava non ci sono più, si pensa di buttarla giù per raddrizzare la strada e renderla meno pericolosa.

Ora la casa non c’è più, solo un dosso sull’asfalto per far rallentare le macchine che percorrono quella strada, non si parla più della “casa del reoijo” ma della “curva del reojio”
Benchè non ci sia più l’orologio lo si nomina ancora, come a volerlo comunque ricordare, quella gente semplice ma di un buon ingegno.
Immagine

Avatar utente
Calico
Orologiaio
Orologiaio
Messaggi: 9225
Iscritto il: sab feb 17, 2018 9:54 am
Località: PI
OROLOGIAIO: PROFESSIONISTA
Maggior Contributore: 2018
Maggior Contributore: 2019
Maggior Contributore: 2020

Re: La casa dell'orologio

Messaggio da Calico » lun dic 25, 2023 6:14 pm

Ottima strenna natalizia. Grazie.

Avatar utente
ciclista
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 4647
Iscritto il: mar feb 13, 2018 10:01 am
Località: Bergamo

Re: La casa dell'orologio

Messaggio da ciclista » lun dic 25, 2023 7:17 pm

Grazie della condivisione

Avatar utente
Giacomo
Site Admin
Site Admin
Messaggi: 11531
Iscritto il: mer feb 07, 2018 1:50 pm
Località: Varallo (VC)
Qualifica AISOR: Presidente
Contatta:

Re: La casa dell'orologio

Messaggio da Giacomo » mar dic 26, 2023 4:06 pm

molto interessante, grazie

Rispondi

Torna a “Orologi da Torre”