Ecco un episodio che racconto volentieri, perché mi conforta che il mio modo di lavorare ha ancora un futuro. Il 28 dicembre un professionista che lavorava su Milano ha deciso di fare un bel regalo al figlio di un caro amico e ha scelto un orologio meccanico tra quelli che avevo disponibili. Tralascio tutti i parametri sui quali siamo andati a ragionare per la scelta e passo all'oggetto.
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È un cronometro Pryngeps che monta un 7750 Eta originale. Un prodotto di ottimo livello, con un movimento svizzero che oggi stanno copiando, senza raggiungere i livelli qualitativi svizzeri. Appena uscito dal negozio col figlio, si reca in posta per la spedizione, ma io non ricordo se la sconsigliai, come faccio di solito o se lasciai perdere. Stamattina arriva la moglie a chiedermi indicazioni poiché l'orologio pare andato perduto, nonostante una spedizione che mi dice assicurata; purtroppo il 31 dicembre mi hanno rottamato il registratore di cassa e non posso fornire loro copia dello scontrino fiscale, ma ho ritrovato prontamente la copia della carta di credito, in modo che il dottore potrà individuare la transazione sull'estratto conto, anche se non ritrova lo scontrino. Sapedte cosa gli hanno risposto alle Poste? "È solo responsabilità di SDA!"
Preciso che il pacco non pare aver fatto molta strada in quanto dalla tracciatura risulta fermo al deposito di Ospedaletto (Pisa). Ho consigliato la signora di mandare il marito direttamente a quel deposito postale per chiedere conto del pacco e, se del caso, chiamare lì i Carabinieri. Non so se riuscirà a cavrci le gambe, ma questa storia mi ha insegnato una cosa. Sapete adesso cosa risponderò a coloro i quali, con aria di sufficienza, mi diranno che ormai per lavorare devo adeguarmi a spedire in giro per il mondo?
