Orologi e Svizzera

Sezione Generica di orologeria
Rispondi
Storm
Newbie
Newbie
Messaggi: 15
Iscritto il: dom nov 18, 2018 9:35 pm
Località: Firenze

Orologi e Svizzera

Messaggio da Storm » gio nov 29, 2018 4:56 pm

La storia orologiera della Svizzera si intreccia con la religione e con i rifugiati. Da un lato nel 1541 Calvino si trasferì definitivamente a Ginevra e la rese la capitale spirituale del protestantesimo e un luogo di accoglienza dei perseguitati. Dall’altro intorno al 1550 gli Ugonotti francesi che avevano competenze orologiere vennero colpiti da persecuzioni religiose e molti scappano a Ginevra. Ginevra era famosa per l’arte orafa ma nel 1556 Calvino vide nei gioielli una forma di ostentazione e li proibì, per cui gioiellieri e smaltatori cominciano a collaborare con gli Ugonotti occupandosi di impreziosire le casse (il contenitore del meccanismo) degli orologi.
Nel 1601 venne fondata la Corporazione dei mastri orologiai di Ginevra sia per garantire la qualità degli orologi che per evitarne un crollo del prezzo di vendita. La maggior parte della produzione era ancora concentrata a Ginevra.

A rivoluzionare sia la concentrazione del lavoro nella grande città che il metodo di organizzazione della produzione fu Daniel JeanRichard. Nato nel 1672 tra La Chaux de Fonds e Le Locle nelle montagne del Jura, a 19 anni aprì un laboratorio di orologeria vicino a Le Locle e cominciò ad insegnare l’arte orologiera prima ai suoi figli e poi a chiunque avesse curiosità di imparare. L’innovazione più radicale però fu quella di sfruttare i periodi di inattività dei contadini e allevatori locali per far loro costruire singoli pezzi di orologi. Vivendo piuttosto isolati gli agricoltori/allevatori erano abituati ad arrangiarsi da sé, costruendosi utensili e il necessario per conto proprio e avevano molto tempo libero durante l’inverno. Inoltre in termini di materiali, la costruzione di pezzi di orologi non richiede grandi quantità di materie prime.

JeanRichard li fece specializzare nella costruzione di pezzi specifici dell’orologio che venivano poi assemblati nei laboratori di orologeria. Questo tipo di organizzazione a divisione di ruoli viene detta ad “établissage” ed è stata ideale rispetto alla morfologia svizzera montana, dove ogni valle ha un centro cittadino di riferimento che la rende decentralizzata e autonoma. Ignorando sia le restrizioni sul numero di apprendisti poste dalla Corporazione dei mastri orologeri di Ginevra, che l’idea che le conoscenze orologiere dovessero rimanere segrete all’interno di una corporazione, JeanRichard riuscì a rendere fiorente l’economia rurale e montana, sfruttando i periodi di inoperosità delle colture e della pastorizia. All’inizio del XX secolo più della metà della produzione svizzera dell’epoca proveniva dall’area del Jura e aree limitrofe e tutt’oggi è sede delle fabbriche più importanti e conosciute.

I centri cittadini delle valli del Jura si trasformarono con il boom orologiero. Molti contadini/allevatori che costruivano i pezzi a tempo perso finirono con il fare questo lavoro a tempo pieno e trasferendosi nelle città principali come Le Locle e La Chaux des Fonds, La Chaux de Fonds in particolare essendo stata rasa al suolo da un incendio nel 1794, fu ricostruita in maniera razionale per servire i bisogni dell’industria orologiera e presenta a tutt’oggi una struttura a griglia e con le case strette e lunghe orientate per sfruttare al meglio l’esposizione alla luce solare e con molte finestre ai piani alti dove venivano installati i laboratori. Qui trovate un video che mostra la cittadina, oggi patrimonio UNESCO e sede di un museo dell’orologeria tra i più ricchi e che merita visitare.https://www.youtube.com/watch?v=iDXQQuDFtGU&list=PLxlqJs_FoRDz7OTqiSxQjREc5eJlZ-zfV

Ad interessarsi del sistema dell’établissage troviamo anche Karl Marx che lo descrive nel “Capitale” elencando tutti i tipi di lavoro specializzato che contribuiscono alla produzione di un singolo orologio. A Marx interessava soprattutto il fatto che questo sistema permette una certa indipendenza e di possedere i mezzi di produzione ma ha anche dei lati negativi che diverrano evidenti una volta che la meccanizzazione e l’industrializzazione lo renderà obsoleto.
Da un lato questo sistema permise alla Svizzera di competere agli inizi del XIX secolo con l’Inghilterra in termini di quantità di orologi prodotti (la qualità tuttavia non era sempre il massimo) e dall'altro contribuì alla crisi quando gli americani cominciarono a produrre orologi in serie grazie ad uno svizzero emigrato e snobbato dai connazionali: Pierre-Frédéric Ingold (la sua storia è affascinante ma purtroppo disponibile solo in inglese http://www.nawcc-index.net/Articles/Ber ... kLfZ2iLYlw).

La prima inversione di marcia rispetto al metodo dell’établissage in Svizzera la compie Auguste Agassiz che nel 1832 fonda la Longines a St. Imier e nel 1866 riunisce tutte le attività in un unico stabilimento.
L’avvento delle prime macchine per la produzione in serie dei ricambi e delle parti degli orologi inventate da Pierre-Frédéric Ingold e Georges-Auguste Léschot nella seconda metà dell’’800 diedero il colpo di grazia al sistema dell’établissage e contribuirono nella prima metà del '900 a rendere nuovamente competitiva la Svizzera rispetto alla concorrenza del mercato americano (complici anche le due guerre mondiali, in particolare la seconda, che indebolirono la produzione altrui) fino all’avvento dell’orologio al quarzo.

Marisa
Advanced User
Advanced User
Messaggi: 939
Iscritto il: sab feb 10, 2018 12:16 pm
Località: Bergamo

Re: Orologi e Svizzera

Messaggio da Marisa » mar dic 11, 2018 7:00 pm

Un aspetto particolarmente interessante e spesso scarsamente sottolineato in tutta la storia qui sopra riportata, fu quello del fatto che dovendo servirsi di esterni per la produzione delle diverse parti, fu necessario introdurre due concetti per i tempi assolutamente rivoluzionari: l'intercambiabilità dei pezzi, che dovevano, per ogni esemplare, essere fatti tutti necessariamente identici, non potendo contare sugli 'aggiustamenti' in bottega, e necessariamente il controllo di qualità sugli stessi: gli incaricati che andavano di casa in casa a ritirare il materiale lavorato, lo sottoponevano sul posto a un controllo e solo ciò che rispondeva esattamente alle caratteristiche pattuite veniva ritirato (e quindi, pagato).
A noi moderni sembrano cose ovvie e scontate, ma proprio lì, in quel luogo e in quegli anni, questi concetti videro la luce per la prima volta.
Virtute duce, comite Fortuna.

Avatar utente
Paolo Antolini
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 6181
Iscritto il: sab feb 10, 2018 9:11 am
Località: Lugo di Ravenna
OROLOGIAIO: PROFESSIONISTA
Contatta:

Re: Orologi e Svizzera

Messaggio da Paolo Antolini » ven dic 14, 2018 9:46 pm

Marisa grazie, estremamente interessante.
Ad maiora

Avatar utente
Giacomo
Site Admin
Site Admin
Messaggi: 11503
Iscritto il: mer feb 07, 2018 1:50 pm
Località: Varallo (VC)
Qualifica AISOR: Presidente
Contatta:

Re: Orologi e Svizzera

Messaggio da Giacomo » mer gen 16, 2019 8:01 am

:clap: :clap: :clap:

Rispondi

Torna a “Sezione Generica”