I consigli di Ferdinand Berthoud

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PALTRINIERI
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I consigli di Ferdinand Berthoud

Messaggio da PALTRINIERI » sab mag 01, 2021 6:24 pm

I CONSIGLI DI FERDINAND BERTHOUD
(Giovanni Paltrinieri per Aisor, Maggio 2021)

Recentemente ho comperato in una libreria antiquaria un volumetto settecentesco sull’orologeria meccanica dal titolo:

L’ARTE DI ADOPERARE E REGOLARE
GLI ORIOLI A PENDOLO E DA TASCA
Opera DEL SIGNOR FERDINANDO BERTHOUD
Tradotta per la prima volta dal Francese
FIRENZE 1778

Il suo autore, Ferdinand Berthoud (1727 – 1807), è stato un grande orologiaio francese, meccanico del Re e della Marina di quel Paese. Pubblicò inoltre molti trattati di Orologeria.

Quanto egli scrive in questo volumetto di un centinaio di pagine di piccole dimensioni (cm 7 x 13), è alquanto interessante e curioso: egli si rivolge essenzialmente ad un pubblico quasi del tutto profano nell’Arte dell’Orologeria, effettuando una descrizione attenta ed agevole sul funzionamento dei tradizionali orologi da tasca e a pendolo.
Quasi al termine dell’opera, l’autore affronta un argomento alquanto singolare e per molti versi singolare: il consiglio e le avvertenze che si devono avere nell’acquistare un Orologio. Ne riproduciamo qui di seguito l’intero capitolo, certo che saranno gradite queste considerazioni.

ARTICOLO XIII
Delle precauzioni da usarsi per fare acquisto di buoni orioli da tasca ed a pendolo.
Quantunque vi sia una grandissima differenza tra un oriolo da tasca ben fatto ed uno mediocre, tra quello che è ben lavorato e quello che non lo è; egli è però molto difficile di dare delle regole in virtù di cui possa chiunque non è oriolajo ben giudicarne; poiché una parte di quelli che sono del mestiero non sono neppur essi troppo in stato di farlo.
Io dunque indicherò qui alcuni mezzi che potranno tener luogo delle suddette regole.
I . Bisogna indirizzarsi ad un oriolajo di riputazione da tutti riconosciuta, e fondata realmente non tanto su i sentimenti di uomo onesto quanto sopra l’abilità; poiché senza il talento e la probità, la buona fama è affatto inutile.
II . La bontà d’un oriolo a pendolo, o da tasca, non depende dall’estrema bellezza della costruzione di ciascheduna parte che lo compone, ma bensì dall’intelligenza dell’oriolajo, e dai principj ch’esso ha seguiti; imperciocchè un oriolo da tasca, perfettamente ben eseguito può andare malissimo (come avviene bene spesso), mentre che un altro mediocremente ben fatto in apparenza, anderà giustissimo. Le premure della bella esecuzione delle parti di un oriolo, qualsisia, sono essenzialissime, è vero; ma bisogna saperle applicare. Un oriolo dunque a pendolo, o da tasca, perfettamente ben’fatto è quello in cui trovansi riuniti i principj ed il buon lavoro. E’ vero che cosa molto rara il vedere riunite queste due parti in una medesima opera; ma, se non si può fare acquisto di macchine di tal sorta, almeno si dee preferire alla mano brillante d’un artefice che non sa ragionare, l’arlojaro che possiede i principj della sua arte, e di cui lo studio metodico e l’esperienze delicate hanno formato la teoria.
III . Per avere un buon’oriolo da tasca bisogna lasciare all’artefice la possibilità di costruirlo a suo genio e secondo quei principj che gli stimerà più adatti a farlo andar giusto; raccomandandoli per altro d’attenersi piuttosto ad una costruzione che il tempo e l’uso abbiano confermata che ad un’altra la quale dependa da un sistema ideale smentito dall’esperienza.
IV . Siccome la differenza d’un oriolo a pendolo, o da tasca, ben fatto, da quello che non lo è, è grandissima, come abbiamo già detto; così la differenza del prezzo d’un oriolo da tasca ben fatto e ben costruito, dal prezzo d’uno che non è tale,dee similmente esser grandissima. Eccone la ragione. Per fare degli orioli a pendolo e da tasca più perfetti che sia possibile, bisogna avere il genio delle macchine e quello insieme della buona esecuzione, richiedendo ogni più piccolo pezzo d’un oriolo, qualunque siasi, le sue attenzioni ed i suoi raziocinj filati: ma queste attenzioni non possono aversi, né farsi questi raziocinj se non se in conseguenza d’un lavoro lunghissimo e d’uno studio particolare, ne applicar si possono l’une e gli altri senza impiegarsi molto tempo: dunque se il tempo che un bravo artefice impiega in bene eseguire un’oriolo da tasca è il doppio di quello che impiega un artefice mediocre, per questa sola ragione la sua opera dee esser pagata il doppio dell’altra. Finalmente i raziocinj ch’egli vi applica e lo studio che fa per perfezionare ciò che eseguisce, esiggono senza dubbio che si faccia differenza tra l’opera sua e quella del suo confratello poco bravo. Per indurre pertanto un bravo oriolajo a far bene, bisogna pagarlo proporzionatamente al suo talento e lasciarlo operare a suo genio; altrimenti lo sforzarete a farvi degli orioli a pendolo o da tasca, mediocri e simili a quelli che sono lavorati dagli ariolaj dozzinali, e che comunemente vendonsi dai mercanti.
V . Per avere un oriolo da tasca che, essendo buono, si mantenga tale nel caso che si dovesse in seguito farlo passare tra le mani d’un oriolajo mediocre, bisogna che esso sia d’una grandezza mezzana, ed evitare più che si può l’estrema piccolezza. E’ vero che un oriolo da tasca piccolissimo può camminare molto bene quanto uno di grandezza ordinaria; ma siccome gli orioli da tasca piccolissimi sono infinitamente più difficili a lavorarsi, così il numero dei buoni ne è scarsissimo. D’altronde poi sono i medesimi più soggetti ad essere stroppiati dagli oriolaj poco abili che li accomodano.
VI . Essendo gli orioli a pendolo e da tasca altrettante macchine di cui la proprietà principale si è quella di misurare il tempo, se un bravo professore ne volesse mutare la costruzione, l’oggetto di questa diversificazione altro non sarebbe che di dar loro un maggior grado di giustezza, ovvero di far loro produrre un maggior numero di effetti. Ogni volta dunque che in un oriolo da tasca, e a pendolo, si vedrà un aumento di lavoro che non tenderà a quet’oggetto, si potrà decidere a colpo sicuro che chi lo ha fatto è un’ignorante, oppure ch’ei vuole imporre a quelli che lo sono. Un’oriolajo che ha del genio e che ama la sua arte, non si occupa che dei mezzi di perfezionare le macchine ch’ei costruisce, e non fa cangiamenti, se non portino seco una notoria utilità. Un’artefice dunque di questo carattere dee fare poco conto di simili cose singolari ed inutili come, per esempio, gli orioli da tasca di cui le cartelle sono frastagliate, quelli di cui le ruote sono nascoste nella grossezza delle medesime cartelle per far credere che essi siano più semplici ecc. ecc. Deesi dunque fare scelta di orioli da tasca di una costruzione solida e semplice, e fatti in un modo che combini insieme la bontà dei principj, e l’esecuzione facile; cosa essenzialissima se si vuole avere un’oriolo da tasca durevole; poiché è da osservarsi che essendo spessissime volte avvenuto che un’oriolo da tasca di costruzione ordinaria, che era buono in origine, sia divenuto cattivo per le differenti mani di oriolaj in cui è passato; tanto più avverrà questo a quegli orioli da tasca in cui, per essere di straordinaria costruzione, trovansi maggiori i difetti e maggiore la difficoltà di esecuzione.
In quanto poi all’assicurarsi della bontà d’un’oriolo da tasca col prenderlo a prova avanti di comperarlo, è cosa affatto inutile: imperocchè allorquando si domanda ad un bravo professore un buon oriolo da tasca e lo si paga come tale, egli è in obbligo di farlo andar bene, o di riprenderlo. Il proporre dunque ad un’oriolajo di tal sorta di prendere a prova i suoi orioli da tasca prima di pagarglieli, è un oltraggio senza necessità. Se poi si tratta di orioli da tasca dozzinali, avviene spessissimo che essi camminin bene per qualche tempo, e dipoi malissimo: ed ecco anche in questi la prova affatto inutile.
Per giudicare del merito d’un oriolo da tasca, bisogna esaminare tutti i pezzi smontati, e considerarli separatamente. In tal modo, e non altrimenti, si giudica se un oriolo da tasca sia buono, e se possa camminare costantemente colla medesima giustezza: ma per formare questo giudizio vi vuole un uomo intendentissimo nell’arte, ne vi è realmente altri che esso che possa giudicare d’un’oriolo da tasca, e farlo camminare costantemente giusto.
Se è necessario (come non se ne può di sconvenire) di far capo ad un bravo oriolajo per avere dei buoni orioli da tasca, ella è altresì cosa naturale d’indirizzarsi a degli oriolaj ordinarj per averne dei mediocri; poiché per quanto si suppongano di poco talento, saranno però sempre più capaci di scegliere e vendervi un’oriolo da tasca, di quel che sono certi mercanti d’ogni genere di cose, che fan commercio anche di tali macchine, e che non contenti di darvene delle mediocri, se le fanno pagare più care che non farebbe un’oriolajo. La maggior parte degli orioli da tasca che vendosi da questi mercanti, sono comprati a vil prezzo degli oriolaj; e questi non restando responsabili delle macchine che vendono per sì poco ai mercanti, non si prendono punto di pena della loro perfezione. D’altronde poi questi mercanti hanno l’accortezza di fare incassare in casse di Parigi dei cattivi muovimenti di Ginevra, fare incidere sopra i medesimi i nomi di buoni professori, e venderli come se veramente fossero buoni. Se si vuole dunque avere qualche cosa di buono in materia d’orioli di qualsisia sorta, si faccia ricorso ad un bravo oriolajo; e se si è contento di qualche cosa di mediocre, si ricorra agli oriolaj ordinarj. Ecco le gran regole da seguirsi. Mi si dirà forse che gl’oriolaj ingannano e vendono spesso delle opere cattive per buone, e che perciò bisognerebbe indicare dei mezzi opportuni per prevenire l’abuso che essi fanno della pubblica confidenza. Io confesso che realmente vi sono degli oriolaj di così mala fede che non si fanno scrupolo d’ingannare; ma io non conosco altri mezzi di cautelarsi che siano sicuri, fuori di quelli di far capo a degli oriolaj di buona riputazione, e di rapportarsi ai loro numi ed alla loro probità, sovvenendosi sopra tutto che la bontà delle opere è sempre in proporzione del prezzo che vi si vuole impiegare; e che, se si ha da essere ingannato, si farà sempre meno indirizzandosi, per comperare oriolj di qualunque sorta, a degli oriolaj poco onorati, che ricorrendo ad altri che nulla se ne intendano come sono appunto i mercanti sopraddetti; poiché i primi han sempre qualche cognizione nell’arte, e son capaci di scegliere sempre meglio dei secondi, che, coll’istessa dose di poca probità, hanno il sopraccarico dell’ignoranza.
Finalmente se si vuole acquistare tanto lume per poter giudicare da per se degli oriolj a pendolo e da tasca, bisogna divenire del mestiero, , o almeno averne qualche tintura. A tale oggetto bisogna leggere i libri che trattano di quest’arte; ed allora, applicando le cognizioni che con tal lettura si avranno acquistate, all’esame degli orioli a pendolo e da tasca, si potrà incominciare a giudicarne.
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Re: I CONSIGLI DI FERDINAND BERTHOUD

Messaggio da ars57 » sab mag 01, 2021 7:46 pm

Grazie, lettura simpatica e intrigante.
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Re: I CONSIGLI DI FERDINAND BERTHOUD

Messaggio da rprisin » dom mag 02, 2021 3:40 pm

Consigli validi ancora oggi e applicabili anche ad altre categorie merceologiche.
Chi volesse leggere l'intero libro lo trova gratis su play store
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti
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Re: I CONSIGLI DI FERDINAND BERTHOUD

Messaggio da Calico » dom mag 02, 2021 7:48 pm

rprisin ha scritto:
dom mag 02, 2021 3:40 pm
Consigli validi ancora oggi e applicabili anche ad altre categorie merceologiche.
Chi volesse leggere l'intero libro lo trova gratis su play store
Grazie a entrambi!

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Re: I CONSIGLI DI FERDINAND BERTHOUD

Messaggio da Giacomo » lun mag 03, 2021 8:15 am

Bellissimo libro, grazie Giovanni, io ho la fortuna di possedere la versione stampata a Venezia acqusitato in un negozio di libri antichi molti anni fa e che conservo con molta cura.

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Re: I CONSIGLI DI FERDINAND BERTHOUD

Messaggio da Paolo Antolini » mar mag 04, 2021 10:58 pm

Che piacevole lettura d'altri tempi. Un tuffo nel passato grazie Giovanni
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Re: I consigli di Ferdinand Berthoud

Messaggio da ciclista » mar giu 22, 2021 12:10 pm

Consigli che sono validi anche oggi. Grazie della condivisione

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