Oggi più dell’orologio normale è diffuso l’uso del cronografo, anche se, secondo certi sondaggi, l’effettiva necessità è piuttosto rara, ma certamente la valenza estetica di tale complicazione vince ed è innegabile. Oltre a ciò, alcuni possessori, meno esperti in materia di orologeria, ingannati dal fascino della complicazione sono convinti che un cronografo sia più preciso di un normale orologio ed inoltre, spesso, una buona fetta di pubblico confonde i termini distintivi tra: “cronometro” (gr. khrònos – tempo e metron – misura = misura del tempo; in orologeria il termine è riferito alla misura del tempo di precisione; solitamente si tratta di on orologio semplice ma molto preciso) e “cronografo” (gr. khrònos – tempo e gràpho – scrivo = che scrive il tempo; uno strumento registratore di intervalli di tempo; l’orologio che noi oggi chiamiamo cronografo dovrebbe essere detto cronoscopio, termine non in uso ), tanto da usarli come sinonimi, mentre tecnicamente tali termini distinguono due diverse realtà; tale errore, è probabile che sia dovuto, almeno in parte, al sistema di comunicazione dell’ambito sportivo dove spesso si dice che: <l’arbitro consulta il suo “cronometro”> invece di “cronografo” con il quale ferma il tempo della partita e lo fa ripartire al momento opportuno.
Questo però era solo un preambolo per aprire un breve cenno relativo alle origini del “cronografo” che chiaramente non è nato come noi lo conosciamo.
Sembra che il primo (ma non vi sono certezze) ad aver costruito uno strumento atto alla misura del tempo di eventi di breve durata, fosse George Graham (1673-1751), si trattava di piccolo orologio ad una sola ruota azionata da un grave, scappamento a verga e pendolino oscillante con semiperiodi di ¼ di secondo, un quadrante da 60 secondi diviso in quarti di secondo e un dispositivo atto a bloccare il pendolo al momento opportuno.
Come accennato però, il vero “crono-grafo” dovrebbe scrivere il tempo ed infatti intorno al 1820 il parigino Nicolas Mathieu Rieussec concepì una sorta di congegno alloggiato in una scatola che solo vagamente sembrava un misuratore del tempo (vedi foto): sulla parte frontale ruotava un quadrante, in corrispondenza del bordo dello stesso un piccolo imbuto contenente una goccia di inchiostro e un esile spinetta che, come un pennino, deponeva un punto di inchiostro, una volta premuto il pulsante di avvio, poi si ritraeva, all’arresto tramite una seconda pressione sul pulsante destro la spinetta inchiostrata deponeva un secondo punto sul quadrante; contando i secondi tra i due punti, con approssimazione di ½ secondo, si rilevava la lettura del tempo. Dunque tale congegno (crono-grafo), che fu ulteriormente migliorato, scriveva il tempo.
Il primo vero “CRONOGRAFO” però, progenitore dei cronografi che conosciamo, è il “CONTA TERZI” di Louis Moinet (Bourges 1768 – Parigi 1853). Fin da giovane Louis dimostra una elevata passione per l’orologeria, frequenta un maestro del settore e contemporaneamente prende lezioni di disegno da un artista italiano.
All’età di 20 anni il suo più grande sogno è l’Italia, madrepatria delle Belle Arti, dove per studiare tali discipline si trasferisce e vi rimane per 5 anni. In qualità di professore, una volta rientrato a Parigi, viene nominato per una cattedra all’Accademia di Belle Arti con sede al Louvre. Diviene membro di diverse società culturali, collabora con illustri personaggi e artisti di rilievo e, nello stesso tempo, si dedica allo studio tecnico e pratico dell’orologeria, riprende i contatti con il suo ex maestro e successivamente collabora per diversi anni, con il grande Abraham Louis Breguet.
Louis Moinet, durante la sua carriera ha creato orologi di elevata bellezza, durata e affidabilità, per i maggiori e autorevoli personaggi dell’epoca (oggi tali capolavori sono conservati in musei come il Louvre, la Reggia di Versailles, Palazzo Pitti, la Casa Bianca…etc…), è autore di un importante trattato, in due volumi, di orologeria a lui contemporanea nonché di considerevoli perfezionamenti e invenzioni tra le quali la più importante è proprio il CONTA TERZI del 1816 che eleva Louis Moinet al grado di inventore del CRONOGRAFO e precursore dell’ALTA FREQUENZA.
Il “Conta Terzi” riconosciuto come il primo vero cronografo della storia (<< … Nel 1815 ero venuto a Parigi esclusivamente per lavorare a questo progetto e creare un contatore di terzi. L’esecuzione complessa e tentata solo raramente di questo strumento dalla composizione innovativa, mi ha permesso di raggiungere appieno il mio obiettivo … >>) fu concepito per misurazioni astronomiche con la leggibilità, grazie all’alta frequenza, di 1/60 di secondo, (60 oscillazioni al secondo = 216.000 in 1 ora – 30 Hz - oggi la maggior parte degli orologi a bilanciere, lavorano a 28.000 Ah).
Il CONTA TERZI di Moinet è munito del dispositivo di azzeramento e 4 contatori per la visualizzazione delle sue funzioni, tre decentrati e il più grande centrale.
Il più piccolo In alto a sinistra indica i 60 minuti; quello a destra i 60 secondi; sotto le ore; mentre il contatore al centro indica i sessantesimi di secondo (la lancetta compie il giro completo in 1 secondo); diam. 57,7 mm, spess. 9 mm, firmato Louis Moinet sul movimento e sul quadrante in metallo argentato.
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Bello scritto, grazie
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Re: IL CRONOGRAFO
Non sono tanto sicuro di questa affermazione...polloniprofmarco ha scritto: ↑mer giu 01, 2022 7:38 pmOggi più dell’orologio normale è diffuso l’uso del cronografo...
Forse io sono un po' stufo dei cronografi e preferisco orologi solo tempo...
Paolo
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Re: IL CRONOGRAFO
Come sempre articoli veramente molto interessanti. Sposterei anche questo nella sezione Storia & Orologi che ne dite?