Il quarto ospite che abbiamo scelto di intervistare per AISOR Stories è Armando Piana, fondatore della “Atelier Orologiaio di GSP S.r.l“ di Milano.
Armando, orologiaio da una vita, grande appassionato di orologeria, è un abile riparatore, restauratore e costruttore. Nel suo atelier è possibile ammirare una vasta collezione di attrezzatura di orologeria d'epoca e molti meccanismi e orologi di tutte le epoche, ma leggiamo un po la sua storia:
- Ciao Armando, ci racconti come e quando è nata la tua passione per l'orologeria?
Questa passione me l’ha trasmessa il mio caro papà.
La mia storia posso quasi dire che è “antica” visto che sono del 1933. Avevo circa 6 anni quando da Napoli ci trasferimmo Milano per avere migliori opportunità di lavoro. Dopo poco tempo mio padre trovò posto in un laboratorio ad alto livello dove poté lavorare e soprattutto Imparare più profondamente il mestiere. In fondo erano pochi anni che aveva iniziato come autodidatta e all’epoca non c’era nessuna struttura che insegnava l’orologeria. Per motivi di sicurezza, visto che le bombe piovevano dal cielo tutti i giorni, ci trasferimmo in un paesino vicino Milano dove presto diventò “l’urulugè” della zona.
Proprio in quel periodo fui fulminato dagli orologi. Mentre mio padre lavorava, io alle sue spalle osservavo tutte le operazioni che eseguiva tempestandolo di domande di tutti i perché che potevano incuriosire un bambino 8/9 anni.
La mia più grande emozione era quando alla fine rimontava il bilanciere e tifavo per vederlo oscillare. Per me quello era un miracolo che mi è rimasto scolpito nella mente, e da allora, la passione per questa stupenda arte non mi ha più abbandonato.
- Come hai iniziato a lavorare nel settore?
Prima di iniziare con il vero e proprio laboratorio ho avuto una grande esperienza di lavoro con il restauro e la fabbricazione di quadranti per orologi.
Un amico di mio padre gli chiese una collaborazione per fabbricare i fondelli dei quadranti. Molto presto si mise in proprio. In quegli anni, circa fine 50, c’era molto lavoro in quel settore perché si rinnovavano o si sostituivano i quadranti molto spesso, quindi rigeneravamo e fabbricavamo quadranti per privati e forniture di tutta Italia.Avevo circa 15 anni e anch’io entrai nella squadra per dare una mano sia per quel lavoro sia, tempo permettendo, per imparare a riparare.
Nella mia testa però non c’erano solo quadranti, il pensiero era sempre rivolto agli orologi.Per mancanza di tempo giornaliero mi iscrissi alla scuola serale Galileo Galilei di Milano per dare inizio seriamente alla mia carriera.
Dopo diversi anni e dopo la perdita prematura di mio padre abbandonai i quadranti per darmi a quello che mi stava di più nel cuore.
- Da chi è stato fondato il laboratorio?
Negli anni 60 trovai un negozietto in centro a Milano dove potei finalmente darmi interamente alla professione. Passarono gli anni e nacquero Giulio nel 70 e Stefano nel 73.
Il pensiero che non mi ha mai abbandonato è stato quello di trasferire a loro tutto il patrimonio acquisito negli anni sia di cultura sia di attrezzature a partire da mio padre. Il sogno si è avverato: anche loro sono diventati orologiai ed attualmente abbiamo un negozio con un bel laboratorio in centro a Milano.
- Cosa rappresenta per te l'orologeria?
L’orologeria per me è ed è stata semplicemente VITA. Tutto ciò che ho realizzato nella mia esistenza lo devo esclusivamente alla passione che ho avuto fin dall’infanzia per questa arte e che ancora mi domina attraverso l’attività dei miei figli.
- Di quali settori ti occupi principalmente?
Fino a 2 anni fa sono stato il responsabile di tutte le riparazioni del negozio, ma per raggiunti limiti d’età, ho passato il testimone ai figli. La mia attuale attività è quella di rispolverare cose o vecchi orologi da restaurare e tenuti nel cassetto in attesa di avere molto tempo a disposizione che finalmente è giunto.
- Qual è la tua specializzazione?
Anche se non ho mai disdegnato nessun genere di orologi sia da polso che finanche quelli da campanile, mi sono sempre occupato di orologi da polso e da tasca, ed ancor più intriganti se complicati.
- In questi anni ti saranno passati per le mani moltissimi orologi... quale tra tutti ti è rimasto nella memoria e perché?
Si è vero forse decine di migliaia….ma quello che ho di più nella mente è l’ Astrario di Giovanni Dondi (1380 circa). Mi spiego: ebbi la fortuna di conoscere nel lontano 1980 il Maestro orologiaio Luigi Pippa.
In quegli anni cominciai a frequentarlo mentre stava ricostruendo il terzo dei suoi astrari ed ho visto di persona l’immane lavoro che compiva con attrezzature essenziali e tutte le infinite incisioni rigorosamente fatte a mano.
Ciò che più mi stupì è che realizzò queste opere tutto da solo e da disegni e manoscritti del Dondi, essendosi perse le tracce della macchina originale se non erro nel 1450 circa. Ecco questa è un’emozione indimenticabile.
- Quale tipologia di orologi preferisci?
Come dicevo prima, tutti sono figli della stessa madre, ma quando capita per esempio un perpetuale Patek, beh, è allora c’è la vera goduria.
- Oltre ad essere un professionista del settore, sei anche un collezionista?
Collezionista vero e proprio no. Qualche bel pezzo ce l’ho ma solo perché ha caratteristiche speciali.
- Che piani che hai per il futuro?
La mia parte l’ho compiuta. Ora il futuro è proiettato sui miei figli che hanno in prospettiva tanti, tanti anni ancora. Fin quando il Buon Dio me lo concederà, darò una mano ai miei ragazzi essendo sempre presente e attivo.
- Una tua considerazione sull'orologeria nel futuro.
Come innovazioni non credo ci sia ancora tanto da inventare, però non è da escludere che qualche ingegnere di grandi Maison o qualche grande Maestro faccia ancora delle scoperte.
Caro Armando ti ringraziamo molto per questa intervista e invitiamo i nostri lettori a segurci al prossimo appuntamento che sarà il 01di ogni mese ovvero il primo agosto.
Lasciamo i tuoi dati per chi ti vorrà contattare:
Atelier Orologiaio di GSP S.r.l.
Via Cesare Correnti n 3,
20123 Milano (MI)
Telefono: 02 836 1732
info@orologiaio.it
https://www.orologiaio.net