Il nono ospite che abbiamo scelto di intervistare per il consueto appuntamento mensile di AISOR Stories è Domenico Fortugno che ha la sua attività a Manerbio in provincia di Brescia.
Domenico, brillante orologiaio, la passione per l'orologeria è nel suo DNA. Con fierezza posso dire che lo conosco da molti anni, persona spledida, grande professionista dall'animo gentile.
Leggiamo la sua storia...
- Ciao Domenico, ci racconti come e quando è nata la tua passione per l'orologeria?
La mia passione per l'orologeria ,si può dire che è nata insieme a me...
Essendo figlio di orologiaio, ed essendo nato in Svizzera alla Vallèe DeJoux, per l'esattezza a Le Sentier, dove operano tutt'oggi alcune delle maggiori Maison di orologeria svizzere,ho avuto un percorso agevole che mi ha avviato a questa professione.
- Come hai iniziato a lavorare nel settore?
Appunto come dicevo,essendo figlio di un orologiaio non mi è stato difficile intraprendere la professione.
Quando da ragazzo abitavo in svizzera i miei genitori lavoravano nel settore dell'orologeria. A L'Orient il paese dove abitavamo di fronte alla scuola c'era la fabbrica Lemania,a le Sentier: Jeager Le coultre, a le Brassus : Audemars Piguet Blancpain, oltre a numerosi piccoli artigiani sparsi nei vari paesi limitrofi che producevano pezzi particolari per queste maison.
Quando i miei hanno deciso di rientrare in italia, avevo 13 anni. Mio padre avviò un laboratorio per le riparazioni ed io sono cresciuto tra scuola, casa e bottega,come si suol dire.
- Da chi è stato fondato il laboratorio?
Appunto come dicevo da mio padre.
- Cosa rappresenta per te l'orologeria?
L'orologeria per me rappresenta, l'aver realizzato il sogno che poi credo sia quello un po' di tutti: guadagnarmi da vivere coniugando passione e lavoro.
- Di quali settori ti occupi principalmente?
Mi occupo di orologeria meccanica.
- Qual è la tua specializzazione?
Come dicevo mi occupo principalmente di orologeria meccanica in genere, ho però affinato la mia esperienza sugli orologi da polso, cronografi in particolare
- In questi anni ti saranno passati per le mani moltissimi orologi... quale tra tutti ti è rimasto nella memoria e perché?
Tra gli orologi che mi sono passati per le mani, penso che quello che mi più impressionato, è stato senza dubbio il Chronometre a resonance del Maestro François Paul Journe.
- Oltre ad essere un professionista del settore, sei anche un collezionista?
Possiedo una piccola collezione,più dal valore affettivo,che commerciale.
- Che piani che hai per il futuro?Una tua considerazione sull'orologeria nel futuro.
Sara sempre piu emozonante. Non morirà mai.
Mi piacerebbe che 1 volta l'anno venga svolto un aggiornamento nel campo orologiero, dove sia possibile condividere, imparare e rimanere informati, senza essere costretti ad andare in Svizzera, un qualche cosa organizzato per regioni, da una associazione, che rilasci a livello nazionale un certificato valido e riconosciuto di avvenuto aggiornamento.
Domenico ti ringraziamo molto per questa intervista e invitiamo i nostri lettori a segurci al prossimo appuntamento.
Meccaniche del tempo di Domenico Fortugno
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