ORA ITALIANA - Giovanni Paltrinieri per AISOR
Verso il Duecento, quasi uniformemente per tutta la penisola si fece strada un sistema di misurazione del Tempo assolutamente nuovo che, per l’area che interessava, si chiamò ORA ITALIANA.
Essa aveva come punto fisso l’istante del Tramonto del Sole, assegnando per esso le ore 24, coincidente con l’inizio di un nuovo giorno che comprendeva l’arco notturno ed il successivo diurno sino al tramonto del giorno dopo.
Questo sistema, assai singolare e per noi moderni assai astruso, aveva comunque alcuni indubbi vantaggi pratici: sapendo l’ora, e sottratta dalle 24, si aveva la precisa conoscenza di quanto mancava prima che calassero le tenebre e cessasse qualsiasi umana attività. Poco prima di quel momento chi era in viaggio doveva arrivare in città in tempo, perchè col tramonto i portoni della cinta si chiudevano senza remissione: chi era dentro era dentro, e chi era fuori ci restava fino al mattino seguente. Del tutto analoga era la vita del contadino: poco prima del tramonto le galline andavano nel pollaio, e i buoi nella stalla.
Oggi non è assolutamente importante sapere quando tramonta il Sole, tanto, quando inizia a calare la luce, accendiamo ogni sorta di fari e lampadine. Ma una volta non era così: le candele costavano ed era soltanto uno spreco il voler stare alzati nelle ore notturne.
Per ottenere una ottimale regolazione degli Orologi Meccanici, l’operatore non poteva posizionarsi alla sommità di un alto edificio e da lì definire l’istante del tramonto: un sistema del genere sarebbe risultato del tutto impreciso, data l’impossibilità di scorgere con chiarezza il tramonto. Ci si avvaleva invece di Tabelle opportunamente calcolate, su cui veniva indicata l’ora e minuti italici in occasione del Mezzodì. Di conseguenza, era sufficiente avere a disposizione (meglio ancora se esistente sul campanile) un Orologio Solare che indicasse il Mezzodì: in quell’istante si deduceva dalla Tabella ora e minuti italici, adeguando così le lancette dell’Orologio Meccanico, ed il gioco era fatto. Ovviamente questa operazione doveva ripetersi con intervalli ravvicinati, in quanto lo slittamento in più o in meno del tramonto nel corso dell’anno è notevole.
La Tabellina qui allegata – calcolata per Bologna e risalente alla metà del Seicento - riporta i valori del Mezzodì Italico riferiti al 21 Marzo. Come si può vedere, il Mezzodì del 21Marzo corrisponde alle ore 18, ed in effetti per quella data – l’Equinozio – per arrivare alle 24 ore mancano giusto 6 ore, e di conseguenza la durata del giorno è uguale a quella notturna.
ORA ITALIANA
A cura di: PALTRINIERI
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Re: ORA ITALIANA
Grazie. Veramente molto, molto interessante.
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Re: ORA ITALIANA
Si molto interessante e chiaro. Grazie
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Re: ORA ITALIANA
Mi accodo ai ringraziamenti per questo post veramente illuminante.
un sorriso non impoverisce chi lo dona ma arricchisce chi lo riceve (Anatole France) ..... vito
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Re: ORA ITALIANA
Esauriente spiegazione, grazie.
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Re: ORA ITALIANA
Chi creava e come facevano a creare correttamente e con precisione queste tabelle?
Ombra fugace dalla luce uscita,
Misuro al mondo il sole, all’uom la vita.
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