I NUMERI ROMANI SUL QUADRANTE
Visto che il discorso della numerazione ha suscitato un certo interesse, vediamo di approfondire appena un pò la cosa.
A partire dai primissimi Orologi meccanici da Torre, sul quadrante vennero dipinti i numeri romani per un motivo molto semplice: anche l’analfabeta – che allora erano la maggior parte delle persone – era in grado di leggere l’ora. Se avessero optato per la numerazione araba, la lettura sarebbe stata alquanto elittaria. Proviamo infatti a leggere in progressione la numerazione romana:
“I”, una stanghetta = 1; “II” = due stanghette = 2; III , tre stanghette = 3; IIII, quattro stanghette = 4.
Il numero Cinque non si poteva fare con cinque stanghette per non confondere la lettura, e di conseguenza si optò per una variante assai ingegnosa: si scelse la lettera “V” dell’alfabeto, che racchiudeva in sé la chiara immagine stilizzata di una mano a dita spalancate mostrando così soltanto il pollice e il mignolo.
Per i numeri successivi si usò sempre il “V” aggiungendovi via via le stanghette, arrivando con il 10 ad una ulteriore ingegnosa soluzione: siccome una mano aperta aveva il valore di 5, vennero affiancate oppostamente due mani, l’una contro l’altra, così da formare la lettera “X” che in effetti si compone di due “V” contrapposte. Poi, per concludere, i numeri XI e XII, chiusero la sequenza numerica. In tal modo i quadranti degli Orologi pubblici furono resi perfettamente leggibili anche a chi non aveva alcuna pratica con il “Leggere e Scrivere”.
E’ da notare che i numeri 4 e 9 non sempre vennero indicati in modo additivo con IIII e VIIII, ma anche in via sottrattiva con IV e IX, ma ciò derivò soltanto per una locale abitudine rappresentativa e nulla più.
Se in antico l’arco diurno comprendeva 12 ore, e di altrettante 12 quello notturno, la suddivisione oraria in 60 minuti - e da qui in 60 secondi - ebbe una storia del tutto particolare.
Per prima cosa il frazionare la durata di un’ora, era molti secoli fa un bisogno assai relativo. Il dividere l’ora in due metà, ed ancora in due, portava ad ottenere le Mezze ed i Quarti: intervalli più che sufficienti per la vita quotidiana: l’operare una ulteriore scomposizione, non aveva nessun senso.
Uno dei primi che ne sentì la necessità, fu Galileo Galilei (1564 – 1642), pioniere della ricerca scientifica sperimentale. Nelle sue ricerche, aveva spesso bisogno di misurare le ampiezze di tempo di limitata entità, e per far ciò, sappiamo che utilizzò per primo la frequenza cardiaca del proprio corpo (cioè i battiti del suo cuore), per misurare il periodo di oscillazioni delle lampade del Duomo di Pisa. Il valore di un uomo o di una donna di età matura va dai 60 ai 90 battiti al minuto: egli scelse per facilità scompositiva numerica il valore di 60, creando di conseguenza, il Minuto e il Secondo.
I NUMERI ROMANI SUL QUADRANTE
A cura di: PALTRINIERI
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Re: I NUMERI ROMANI SUL QUADRANTE
Sempre piacevolissima la lettura dei tuoi scritti. Sono stato un pò assente e adesso ho un bel pò da leggere e voglio farlo con calma e concentrazione in quanto più che dei post fai delle vere e proprie lezioni che non voglio perdermi
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Re: I NUMERI ROMANI SUL QUADRANTE
Grazie, troppo buono. Il mio intento è sempre quello di rendere comprensibili ed accattivanti anche le cose complesse, affinché siano di aiuto a chi si dedica ad una ricerca.Paolo Antolini ha scritto: ↑mer gen 15, 2020 5:16 pmSempre piacevolissima la lettura dei tuoi scritti. Sono stato un pò assente e adesso ho un bel pò da leggere e voglio farlo con calma e concentrazione in quanto più che dei post fai delle vere e proprie lezioni che non voglio perdermi
A presto, Giovanni.
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Re: I NUMERI ROMANI SUL QUADRANTE
Grazie, come sempre è un topic chiaro e interessante.
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Re: I NUMERI ROMANI SUL QUADRANTE
e non è per nulla facile riuscire a spiegare come fai tu.PALTRINIERI ha scritto: ↑mer gen 15, 2020 5:34 pmGrazie, troppo buono. Il mio intento è sempre quello di rendere comprensibili ed accattivanti anche le cose complesse, affinché siano di aiuto a chi si dedica ad una ricerca.
A presto, Giovanni.
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Re: I NUMERI ROMANI SUL QUADRANTE
Gli orologi coi secondi risalgono con certezza almeno al '500,ma in ogni caso già i Babilonesi li utilizzavano come suddivisione del tempo....