DE' GIOIELLIERI, DI TOMASO GARZONI

Le ore con il sole.

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DE' GIOIELLIERI, DI TOMASO GARZONI

Messaggio da PALTRINIERI » ven gen 17, 2020 1:59 pm

DE’ GIOIELLIERI, DI TOMASO GARZONI – Giovanni Paltrinieri per AISOR

Nel precedente articolo che ho scritto per AISOR, si è riportata una porzione del testo di Tomaso Garzoni di Bagnacavallo (RA) – (1549-1589), tratta dalla sua opera “LA PIAZZA UNIVERSALE DI TUTTE LE PROFESSIONI DEL MONDO”, pubblicata a Venezia da Olivier Alberti nel 1616. In esso si trascriveva il paragrafo dedicato ai “MAESTRI D’HOROLOGI”.
Le presenti righe propongono un altro paragrafo che ha affinità con quell’Arte e che comunque in molti casi - oggi come in antico - è di comune interesse: l’ARTE DEI GIOIELLIERI.
Il testo originale è notevolmente più esteso: abbiamo trascurato nella presente stesura un lungo brano iniziale di importanza secondaria, riportando invece quanto di più interessante può incuriosire il nostro lettore su questo argomento.

DE’ GIOIELLIERI, Discorso LVIII, pagg. 222-223.

........ Le gemme sono distinte in vere, o simili grandemente alle vere, o in false, e finte. Le vere gemme sono quelle propriamente, che non sentono la lima, che splendono fuor di modo, che sono rare, e picciole, come il diamante candido. Le simili sono quelle, che non sono così splendide, & sentono la lima, ma non però rare anch’esse, come le Margarite, i coralli, le turchese, i carbonchi, i chrisoliti, i topatji, i smeraldi, i christalli, & la Pietra Cianeo. Le Fittitie sono, quelle che artificiosamente si fanno a similitudine delle vere, usando nella loro compositione Christallo, vetro tartaro, sale, chiara d’uovo, & varji colori, come dichiara Antonio da Porto nel quarto libro della sua Magia Naturale. E queste finte si distinguono dalle vere per via del tatto, del viso, della lima, & della sostanza imperoché le vere sono più gravi del vetro, più frigide al tatto, che quanto al viso sono più splendide & empiono meglio l’occhio, nè s’offuscano al lume della lucerna, come fa il vetro, che non soffriscano la lima, non potendo essere da quella attrite, o almeno poco; che quanto alla sostanza sono più leggiere, & più vivaci. Plinio nell’ultimo capitolo della sua historia naturale dice, che la prova di queste si fa in più modi, prima col peso, s’elle sono troppo gravi, poi si considera la materia, percioche alle gioie contrafatte si veggono certe bolle in profondo, e nella superficie sono rinchiuse; nè peli non è fermezza di splendore: & lo splendore manca prima che venga all’occhio. I Gioielieri (dice egli) usano una eccellentissima isperienza, e questo è che si pesti quello che si levi della gioia in piastre di ferro. Ricusano ancora la prova della lima. E di più i pezzi della obsidiano non imbruniscono le vere gioie, & fuggono il bianco delle contrafatte brunite. Non è con tutto ciò, che le vere, & le simili alle vere non ammettano alcuni vitji, e diffetti in loro, così nel colore, come nel corpo. Et i vitji del colore sono un’ombra tenue, una nuvoletta candida, un fumo oscuro. I diffetti nel corpo sono l’esser scabrose nella cute; l’haver certi capelli meschiati in loro, l’havere alcuni punti che disdicono, l’haver del piumbazzo, del ferruginoso, della ruggine, & certi mancamenti tali. Fra tutte le gemma poi vien commendato molto quel Sardonico di Policrate Tiranno, che fu posto nel Tempio della Concordia in Roma, come cosa rara, e singolare, così l’Achate del Re’ Pirrho, nel quale erano scolpite le nuove muse, & il Dio Apollo con la cithara in mano. Et parimente lo Smeraldo eccellente, ch’Ismenia Coraule comprò cento scudi d’oro, di Gige Re’ di Lidia si narra, ch’ebbe una gemma dentro a uno anello di tanta forza, et virtù, che volgendola verso di lui, vede ciascuno, che voleva, & egli da nessun altro era veduto; Et di Nerone Cesare si narra questo, che dietro a un smeraldo pretiosissimo vedeva, & rimirava tutti i combattimenti de’ gladiatori. Et il Cassano riferisce, che nella patria sua sopra una bellissima Piramide era altre volte un Carbonchio tanto luminoso, che di notte faceva lume per tutta la città. A tutti poi comunemente, & massime al Plinio pare, che il Diamante sia la più nobil gemma, quasi che si ritrovi, & nel secondo luogo succeda la Margarita d’India, & d’Arabia; nel terzo luogo Smeraldo benché intorno alla pretiosità delle gemme sia difficile cosa porre sentenza determinata a, piacendone una più, un’altra meno, secondo il bisogno, il desiderio, o la stima delle persone. S’assegna un’altra divisione quanto al colore delle gemme, così da Plinio, da Isidoro, da Alberto Magno, come da altri Scrittori d’esse, chiamandole Biancheggianti, Nigricanti, Azzurine, Rosseggianti, Verdeggianti, & di più colori mescolate. Le Biancheggianti sono la perla, overo Margarita, che nelle conche marine si ritrova, fra le quali candide sono le migliori delle flave, il Coral bianco, l’Asterite pietra, la Galatite, che nasce nel fiume Milo, & nell’Acheloo, la Selenite che nasce in Perfide, la Cymedia, la gemma del Sole, il bell’Occhio, il Calcedonio, l’occhio di Gatta, il Cristallo, il Diamante, il Berillo, il Crisoberillo, l’Iride, la Sarda, e altre assai. Le Negricanti sono l’Achate, che la prima volt fu trovata in Sicilia, l’Egiptila, la Medea, la Veinetana, la Baripto, la Dionisia, la Pyrite, l’ambra nera, la Magnesia, l’Ematite, il Siderite, & altre tali. Sotto le azzurrine si contengono il Zaffiro, il Cerauro, l’Ottalmo, e la Tuchese. Sotto le Rosseggianti, si comprendono il Rubbino, il Carbonchio, il Balasso, la Granata, l’Ametisto, l’Aalabandina, il Corallo, il Giacinto, la Corniola, la pietra della rondine, la pietra dell’Aquila, la piatra del Lupo Cerviero, l’Epistrite, & altre tali. Tra le biondeggianti s’enumerano l’Ambra gialla, il Grisolito, il Giaconto, che pende al giallo, il Svetino, il Mirrite, l’Aromatite, la piatra del Lupo Cerviero la gialla, essendone un’altra rossa, & il Lapis Lazzuli. Tra le pietre verdeggianti sono lo Smeraldo, il Diaspro il verde, l’Eliopia, la Prasma, il Topatio, il Berillo verde, il Chrisolito, il Chrisopazzo, l’Orito verde, il Melechite, l’Eliotropia, & molte altre. Fra le pietre di più colori mescolati si contengono il Diaspro, il Sardonio, la Sarda, la Balanite, l’opalo, l’ostracite, la Chelidonia, l’Agata, il Diamone, l’Amantino, il Crocalle, il Pancro, il Silenite, il Pantero, la Gagatronica, & altre innumerabili, delle quali, si come d’infinite altre insieme non voglio comporre al Catalogo maggiore......
L’immagine allegata, appartiene al Marchio Tipografico del veneziano Olivier Alberti.
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