DITTICO SOLARE DI NORIMBERGA – Giovanni Paltrinieri per AISOR
La misura del Tempo nel XVIII ebbe un notevole incremento rispetto ai secoli precedenti. Ovviamente ben poche persone si potevano permettere nel Settecento di comprare un Orologio Meccanico; a maggior ragione quelli portatili erano costosissimi, e soltanto pochi se lo potevano permettere.
La determinazione dell’Ora era per tradizione demandata all’Orologio Pubblico posto sulla facciata del Palazzo del Governo di una città, oppure su quello della chiesa. Chi però disponeva di un Orologio Solare portatile, dimostrava di avere uno strumento utilizzabile in ogni situazione, ed al tempo stesso il suo possessore poteva ostentare un livello culturale ben superiore alla media, che registrava un alto tasso di analfabetismo.
Se al giorno d’oggi quasi tutti tengono in tasca (oppure tra le mani... continuamente) un telefono cellulare, nella seconda metà del Settecento un notevole numero di persone faceva uso di un piccolo strumento solare gradevole alla vista, e di costo modico. Si tratta del DITTICO SOLARE, costituito da due piastrelle rettangolari di legno – una costituisce la base (tenuta in orizzontale), e l’altra il coperchio (tenuto in verticale), collegate tra loro per mezzo di una cerniera. Quando non si usa l’Orologio, le due piastrelle si chiudono tra loro nelle due facce interne e sono chiuse con un gancetto; quando invece se ne fa uso, si alza il coperchio a 90 gradi, formando cioè un angolo retto, tenuto fermo in questa situazione da uno o due gancetti. Le dimensioni dello strumento trattato in queste righe sono cm 7,5 x 4,5, spessore chiuso 1,5. Non sono queste comunque le dimensioni obbligate e ottimali dei Dittici: se ne trovano di formato più piccolo o più grande, in un’ampia casistica di dimensioni e realizzazioni.
Andiamo ora ad esaminare attentamente questo singolare oggetto che in passato ebbe tanti estimatori, tanto da diventare di uso comune, specie in questa semplice ed economica versione, diversamente da altri del tutto simili, ma realizzati in avorio, ottone, ed in casi più rari, dorati.
Sulla faccia esterna della piastra-coperchio è incollato un foglio stampato su cui sono riportate molte città europee e la corrispondente Latitudine di ciascuna. Questa informazione consente di impostare correttamente lo strumento rendendolo utilizzabile per buona parte dell’Europa in considerazione di alcune semplici regole fondamentali della Gnomonica.
Per Latitudine di un luogo si intende l’angolo che si forma in direzione Nord, tra l’orizzonte e l’asse terrestre. Se fossimo all’Equatore la Latitudine sarebbe Zero, mentre se fossimo al Polo Nord sarebbe 90°, cioè in quest’ultimo caso l’asse terrestre coinciderebbe con la verticale della nostra posizione. Ne consegue, che se infiggiamo al suolo uno gnomone (un’asta, un perno, una barretta a sezione circolare), lo dirigiamo verso Nord e rispetto all’orizzonte formiamo un angolo pari alla Latitudine del luogo in cui siamo, esso risulterà perfettamente parallelo all’Asse Terrestre.
Se realizzassimo un quadrante il cui piano è perpendicolare allo gnomone, l’ombra di quest’ultimo genererebbe nell’intervallo di un’ora un angolo di 360 : 24 = 15 gradi. Per comodità operativa, il quadrante solitamente è collocato orizzontalmente oppure verticalmente, e di conseguenza l’ombra che produce lo gnomone sul piano risulta deviata. Precise regole gnomoniche, consentono di eseguire la tracciatura oraria nell’uno o nell’altro caso, sempre presupponendo che lo gnomone sia correttamente posizionato secondo l’asse di Latitudine.
Per ottenere con facilità la giusta disposizione dello gnomone, l’Orologio Solare in oggetto si avvale di un filo opportunamente collocato. Esso emerge dal piano della “piastrella di base”, inserendosi sul lato opposto in uno dei numerosi forellini di cui lo strumento dispone sulla “piastrella coperchio” interna. I forellini costituiscono una scala angolare di Latitudine: non dovremo far altro che inserire il filo sul valore più vicino a quello cui compete la località in cui siamo.
La pareti interne delle due piastrelle sono ricoperte da altrettante incisioni in cui primeggiano due distinti quadranti orari: il verticale e l’orizzontale. Si noti, che il quadrante della Piastrella-Base riporta tre diversi tipi di tracciatura oraria, differenziandoli tra loro con sequenza romana o araba: in corrispondenza dell’uscita del filo, sono riportati – in piccolo – il valore di Latitudine da usarsi come lettura dello strumento, per avvicinarsi alla situazione geografica del luogo in cui siamo.
Gli Orologi Solari portatili possono fondamentalmente dividersi in due tipi: “Direzionale”, oppure “Ad Altezza”. Lo strumento in questione appartiene ai “Direzionali”: per utilizzarlo correttamente, è d’obbligo che il filo che funge da gnomone risulti parallelo – come si è detto – all’asse terrestre. Per raggiungere lo scopo, nella Piastrella-base è praticato un vano circolare in cui è inserito un ago magnetico che funge da Bussola: sul fondo sono infatti riportati i nomi dei quattro punti cardinali: NORD – SUD – WEST – OST. E’ inoltre riportata, come di consuetudine, una freccia che devia rispetto all’Asse Nord-Sud, la quale ha la funzione di indicare la variazione dell’Asse Magnetico per posizionare con maggior cura lo strumento. Chiarito dunque l’intera descrizione di questo strumento, per conoscere l’ora non avremo che da far coincidere l’ago magnetico con la direzione Nord (meglio ancora quella della freccina presente a lato), ed osservare la proiezione sul quadrante (orizzontale oppure Verticale) dell’ombra dello gnomone. Ovviamente si tratta sempre di “Tempo Vero Locale”, e non del Tempo Civile a cui oggi ci riferiamo. Ma questo è un altro discorso......
E’ il caso di sottolineare la particolare attenzione sulla grafica presente sulle facce di questo tipo di Orologio Solare: le decorazioni sono floreali, disposte a ghirlanda e cornucopia. Alcuni tracciati decorativi sono inoltre colorati a mano per rendere il tutto più aggraziato e raffinato.
Per concludere non ci resta che indicare il nome dell’autore di questo strumento. Il Dittico non reca nessuna firma, ma si è logicamente propensi ad attribuirlo a DAVID BERENGER, vissuto a Norimberga nella seconda metà del XVIII. Dal suo notevole laboratorio uscirono centinaia e centinaia di Orologi Solari di diverse topologie e dimensioni. Possiamo considerare la sua produzione una antesignana “catena di montaggio”, dove al suo interno ciascun operaio aveva un ruolo specifico al fine di ottenere prodotti di buona qualità a prezzi concorrenziali, ed in grado di servire non soltanto una clientela tedesca, ma a numerose nazioni all’intorno. Il suo nome era garanzia di qualità e competenza, e ciò fa supporre che alla sua morte l’azienda abbia continuato ancora per diversi decenni a produrre centinaia e centinaia dei suoi Orologi Solari collocando questo artigiano tra i più rinomati del suo tempo.
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DITTICO SOLARE
A cura di: PALTRINIERI
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Re: DITTICO SOLARE
Grazie, è interessante e chiaro nella sua lettura
- Giacomo
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Re: DITTICO SOLARE
grazie mille Giovanni per la tua spiegazione.
Nel frattempo inserisco il link per unire le due discussioni, dato che trattano lo stesso oggetto.
Grazie ancora
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Nel frattempo inserisco il link per unire le due discussioni, dato che trattano lo stesso oggetto.
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- Paolo Antolini
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Re: DITTICO SOLARE
grazie
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Re: DITTICO SOLARE
Guardate questo sito: https://www.br.de/mediathek/video/sendu ... r-102.html descrivono un dittico come quel descritto da Paltrinieri. Anche se le date non coincidono resta un interessante video.
Ombra fugace dalla luce uscita,
Misuro al mondo il sole, all’uom la vita.
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