PALTRINIERI: Dittico di Bloud

Le ore con il sole.

A cura di: PALTRINIERI

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PALTRINIERI: Dittico di Bloud

Messaggio da ars57 » gio apr 23, 2020 10:08 pm

DITTICO DI BLOUD
Giovanni Paltrinieri – 5 aprile 2020 – Per AISOR


Nella sterminata costellazione di strumenti gnomonici portatili che nel corso dei secoli sono stati prodotti in Europa, un posto d’onore spetta a quelli realizzati da CHARLES BLOUD di DIEPPE. Intorno agli anni 1650-80, egli impiantò nella sua città una azienda dedita alla fabbricazione di Orologi Solari dittici prodotti a livello semi-industriale. Diversamente da altri strumenti concorrenziali di bassa qualità, anziché costruirli in legno lui li fece in avorio con le parti metalliche in ottone e argento. Anche l’esecuzione era notevolmente raffinata e ricercata, tanto che in breve tempo diverse aziende del comprensorio di Dieppe (Francia, Alta Sassonia), iniziarono da subito a copiarne le forme e i contenuti. Il “Dittico di Bloud”, o di “Dieppe”, divenne dunque sinonimo di qualità, e venne realizzato in centinaia di esemplari con poche varianti costruttive.
Inoltre, il Bloud pubblicò a Dieppe nel 1675 un’opera a stampa in cui si davano spiegazioni sull’uso di quello strumento chiamato ORLOGE OU QUADRAN AZIMUTTAL, amplificando maggiormente la sua fama a livello europeo.
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Le seguenti righe tratteranno di questo singolare strumento che sin dal suo nascere è stato copiato dagli artigiani di Dieppe per il suo notevole interesse e fonte di notevole reddito per l’economia di quel territorio.


Il dittico di Bloud riunisce in sè quattro tipi di Orologio Solare:
POLARE, EQUATORIALE, ORIZZONTALE, AZIMUTALE MAGNETICO.
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Lo strumento consta di due piastre d’avorio collegate tra loro per mezzo di una cerniera: la piastra “ALTEZZA”, e la piastra “BASE”.


OROLOGIO POLARE - FACCIA “ALTEZZA-ESTERNA”
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Al centro della faccia troviamo la tracciatura dell’OROLOGIO POLARE. Il suo nome deriva dalla direzione a cui mira il quadrante, cioè verso la Stella Polare. Per attivare lo strumento, si deve togliere lo gnomone a spillo che normalmente è custodito in un foro nella Base, ed inserirlo al centro del presente quadrante. Si posiziona poi la base dell’Orologio in direzione Nord-Sud utilizzando la bussola che troviamo inserita entro la cavità del piano, e si alza la Piastra-Altezza di un angolo pari alla latitudine locale. L’ora sarà quella indicata nel punto estremo dell’ombra dello gnomone.
Nella presente immagine troviamo anche il nome del suo autore: C. BLOUD, di DIEPPE.
VANTAGGI: Questo Orologio è valido per qualsiasi latitudine. Sul fondo della bussola praticato nella Base, sono riportate le latitudini di diverse capitali europee.
SVANTAGGI: L’Orologio Polare offre un campo che consente una ampiezza di lettura oraria abbastanza limitata: normalmente dalle 8 della mattina, alle 4 del pomeriggio.


OROLOGIO EQUINOZIALE SUPERIORE FACCIA “ALTEZZA ESTERNA”
La medesima faccia, oltre che ospitare al suo centro l’Orologio Polare, reca all’esterno una sequenza circolare di 12 + 12 ore: in questo caso si realizza un Orologio Equinoziale, avente cioè il piano che si dirige idealmente verso la direzione in cui si presenta il Sole al Mezzodì nei due giorni degli equinozi. Di conseguenza, il piano giace parallelo all’Equatore. Lo gnomone in questo caso dovrà essere sostituito con uno più lungo di quello Polare, in quanto la sua ombra dovrà essere più lunga.
L’Orologio del Bloud riporta su questa faccia la doppia sequenza delle 12 ore: ai fini della lettura oraria, sarà soltanto la metà quadrante inferiore, ad essere interessato all’ombra dello gnomone, mentre la parte superiore ha soltanto la funzione di completare numericamente l’intera circonferenza.
VANTAGGI: La tracciatura di questo quadrante risulta assai semplice, in quanto l’intervallo tra un’ora e l’altra è costantemente di 15°.
SVANTAGGI: Data la particolare collocazione del quadrante, questo Orologio Solare è in grado di funzionare soltanto sei mesi all’anno, quando cioè il Sole è compreso tra l’Equinozio, il Solstizio e di nuovo all’Equinozio. Per i restanti sei mesi, sul quadrante non si produce nessuna ombra. Per questo motivo questo strumento è chiamato: Orologio Equinoziale Superiore.


OROLOGIO ORIZZONTALE - FACCIA “BASE-INTERNA”
Il terzo Orologio Solare contenuto nel Dittico di Bloud, è l’Orizzontale. Il suo quadrante è tracciato sulla FACCIA-BASE INTERNA, e contempla una apertura oraria che va dalle 5 del mattino, alle 7 di sera. (NOTA : La numerazione oraria presente su questi quadranti, a volte la troviamo in numeri romani, altre in numeri arabi).
Lo gnomone è costituito da un sottile spago che si inserisce entro due opposti fori praticati sulle facce interne dello strumento. Aprendo la PIASTRA-ALTEZZA di 90°, e tenendo in tensione il cavo, si forma con il piano orizzontale un angolo corrispondente al valore della latitudine che si è inteso realizzare. Considerando che Parigi ha latitudine 48° 51’, Dieppe 49° 55’, e Londra 51° 30’, il valore di 49° che spesso troviamo su questo tipo di Orologio, possiamo considerarlo con una certa approssimazione una media.
La regolazione dello strumento è semplicissima: basterà ruotare la “Base” in modo da far coincidere la lancetta della bussola con le ore 12, e l’ombra del filo sul quadrante indicherà l’ora. L’uso della bussola per indicare il Nord, alla metà del Seicento, nel Nord Europa, non richiedeva aggiustamenti direzionali, in quanto la declinazione magnetica era pressoché nulla.
VANTAGGI: Si tratta di un Orologio Solare discretamente grande, quindi capace di indicare con buona precisione l’ora, molto più affidabile e completo rispetto ai due precedenti Orologi Solari Polare e Equinoziale.
SVANTAGGI: A differenza di altri Orologi Solari Dittici in cui è prevista la possibilità di regolare la latitudine per il luogo in cui si effettua il rilievo, qui l’uso è limitato al solo valore di 49°.


CALENDARIO PERPETUO - FACCIA “BASE-ESTERNA”
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Calendario Perpetuo.
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La parte inferiore dello strumento ospita nel suo centro un disco d’ottone capace di ruotare su se stesso. I valori incisi sono quelli mostrati sul lato sinistro della presente figura, e costituiscono una singolare sorta di Calendario Perpetuo a “Quadrato Numerico”.
Lungo la circonferenza troviamo la firma dell’autore che costituisce una garanzia di originalità del prodotto, molto spesso nella dicitura:
FAIT PAR CHARLES BLOUD A DIEPPE (Realizzato da Charles Bloud di Dieppe).
La circonferenza racchiude un Quadrato Numerico suddiviso in 7 x 7 = 49 caselle.
Le prime due righe si riferiscono ai mesi dell’anno, partendo da Marzo con 1, e proseguendo. Effettuando la sostituzione di tali valori, si ottiene il quadrato numerico riportato sulla destra di detta figura, il quale costituisce un Calendario Perpetuo. Conoscendo per un dato giorno dell’anno la corrispondenza tra giorno del mese e giorno della settimana, si determina direttamente la situazione calendariale dell’intero anno.


L’OROLOGIO SOLARE ANALEMMATICO MAGNETICO
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L’ultimo dei quattro Orologi Solari presenti nel Dittico di Bloud, lo troviamo realizzato nella “PIASTRA-BASE”ed investe sia la faccia interna, sia quella esterna, e costituisce una singolare concezione di strumento gnomonico.
La doppia figura del presente paragrafo ci presenta la Faccia della BASE ESTERNA”, cioè quella sottostante. La parte centrale del disco riporta come già visto il Calendario Perpetuo, mentre quella circonferenziale riporta la sequenza dei dodici mesi frazionati nei giorni 10 – 20 – 30. Detto disco è incamerato nella piastra d’avorio sulla quale è disegnata una “manina” quale “Indice” di riferimento; per utilizzare lo strumento, si deve quindi ruotare il disco e far coincidere l’Indice con la data in corso. Detta operazione sposta un movimento longitudinale che è insito nello spessore della Piastra-Base, e lo riporta all’interno della sede circolare entro cui è montata la bussola di cui a breve andremo a trattare. Prima però è doveroso fare una considerazione preliminare.

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Nel Seicento (sembra in Francia), un autore di strumenti gnomonici di cui non ci è dato di sapere il nome, inventò un Orologio Solare assai curioso ed altrettanto gradevole: l’Orologio Analemmatico. Esso può essere realizzato sia di piccole dimensioni, sia di grandi, tanto che viene spesso eseguito al suolo con un quadrante di diversi metri di diametro. La sua parte centrale consta di una linea su cui è calcolata e tracciata la sequenza dei dodici mesi, a cui fa corona, con andamento ovoidale, la disposizione dei numeri orari. Per conoscere l’ora col Sole, si posiziona un elemento verticale affusolato che funge da gnomone (molto spesso sostituito da una persona) sulla data in corso, e la direzione della sua ombra fornirà l’orario.
L’autore delle presenti righe ne ha realizzati diversi di questi strumenti: le due immagini qui riportate, costituiscono il progetto e la realizzazione di un Orologio Analemmatico creato nel “Centro Internazionale per le Scienze Astronomiche di Isnello (PA)”. Qui la parte centrale – per abbellimento - è completata dalle figure del Sole e della Luna, e il nome degli otto Venti principali.
Trattandosi di uno strumento che non si avvale dell’altezza del Sole, bensì dell’Azimut (cioè direzione dell’ombra del Sole), la particolare posizione dei punti orari sul quadrante rende l’Orologio funzionale in ogni periodo dell’anno, richiedendo soltanto la giusta posizionatura sul quadrante dello gnomone, il quale molto spesso è costituito dalla figura di una persona, indipendentemente dalla sua altezza.
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VANTAGGI. Considerando che la funzione dello gnomone è svolta dall’occasionale visitatore, uno strumento del genere è alquanto economico perché non richiede strutture realizzative verticali. Inoltre, una persona che lo utilizza si sente protagonista del Tempo in quanto si sente lei stessa “generatrice” dell’ora.
SVANTAGGI. Essendo lo strumento privo di linee orarie, ma soltanto dotato di “punti orari” a cui si direzione l’ombra, la sua precisione non è eccezionale, sebbene il risultato finale sia comunque ottimo.

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Partendo dalla logica progettuale dell’Orologio Analemmatico, Charles Bloud ne concepì uno da inserire nel suo dittico all’interno del vano circolare che contiene la bussola, apportando delle obbligate modifiche, e realizzando così uno strumento assolutamente unico nel suo genere.
Non potendo utilizzare come gnomone l’asta centrale che sostiene l’ago della bussola, l’autore pensò bene di rendere mobile il quadrante, costituito in questo caso da una piastrina argentea avente l’identica connotazione dell’Orologio Analemmatico di cui sopra. Per muovere la piastrina nel senso “alto-basso”, l’autore eseguì una scanalatura sul fondo dell’incavo d’avorio che reca la bussola, facendovi scorrere due pernetti saldati sotto la piastrina argentata; per ultimo, sul “disco del Calendario”, saldò in corrispondenza del 21 giugno un ulteriore pernetto che si collegava agli altri due per mezzo di un leveraggio capace di realizzare un moto lineare. In definitiva, ruotando il “Disco del Calendario” sino a far coincidere la Manina con la data in corso, si otteneva una perfetta regolazione dello strumento analemmatico.
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Il funzionamento e la risposta oraria di questo Orologio è davvero sorprendente, e per ottenerla si agisce nel seguente modo:
Sulla Faccia sottostante della Piastra di Base si ruota il disco calendariale portando la data in corso in dirittura della Manina.
Posizionata orizzontalmente la “Piastra di Base”, ed alzata la “Piastra Altezza”, si volge la sua faccia esterna verso il Sole. L’operazione è alquanto semplice, in quanto si fa in modo che l’ombra della Piastra Altezza copra interamente la Piastra Base. L’estremità Sud dell’ago della bussola, indicherà sulla piastrina analemmatica l’ora in corso.
Così facendo si è operato inversamente rispetto al primitivo Orologio Analemmatico, coinvolgendo nell’operazione anche l’uso della bussola.
La presente figura ci mostra un esempio di lettura oraria: regolata sulla Manina la data in corso, ed orientando la Piastra Altezza verso il Sole, ne deriva che l’ago della bussola forma con lo strumento un angolo di circa 40°. In tale situazione, la parte Sud dell’ago magnetico, si sovrappone sulle ore 10.
VANTAGGI = E’ indubbia la comodità di lettura oraria di questo strumento che si differenzia notevolmente da tutti gli altri di natura gnomonica, ed oltretutto costituisce un esempio di grande qualità progettuale di elevato livello.
SVANTAGGI = La precisione di questo strumento non è eccezionale, sebbene risulti agevole la lettura oraria. Lo strumento non è universale, cioè la tracciatura oraria scaturisce dall’impostazione di una Latitudine riferita a quella di Parigi. L’uso della bussola per la determinazione oraria non aveva nel Seicento e per il Nord della Francia particolari controindicazioni, essendo la declinazione magnetica alquanto limitata: attualmente tale valore è notevolmente accentuato.
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Per le caratteristiche del tutto singolari di questo strumento che consente di determinare l’ora per mezzo dell’ago della bussola, il presente Orologio è definito appunto: “Azimutale magnetico”.


I GIORNI DELLA LUNA
La Faccia “ALTEZZA-INTERNA” del dittico ospita una scala graduata quando all’occorrenza si deve inclinare la Piastra per una certa latitudine. In centro troviamo una serie di tre dischi metallici: il più grande è fissato sull’avorio, mentre gli altri due con funzione di volvella ruotano su un unico centro e consentono di effettuare una conversione da Ora Lunare in Ora Solare.
Prima di entrare nei dettagli di questo sistema, è opportuno fare alcune basilari considerazioni che alla fine possono tornare utili anche per altre ricerche non particolarmente legate a questo strumento.
Trattando del moto apparente lunare, è fondamentale accennare al discorso del “Giorno Lunare”. Per LUNA NUOVA (sul Calendario indicata con un disco nero), si intende il giorno in cui Sole e Luna sono in congiunzione tra loro, cioè sorgono e tramontano simultaneamente. Questo è il GIORNO LUNARE “0”, oppure “30”. Il nostro satellite ritarda quotidianamente di 48 minuti, tanto che in quindici giorni si trova in opposizione al Sole ed abbiamo la LUNA PIENA (sul Calendario indicata con un disco bianco): GIORNO LUNARE “15”. A metà strada, in un senso e nell’altro, abbiamo il PRIMO QUARTO e l’ULTIMO QUARTO. Dunque ad ogni giorno dell’anno spetta un dato “GIORNO LUNARE, conoscendo il quale (grazie a Tavole perpetue precostituite), si definisce per una qualsiasi data la variazione della Luna rispetto al Sole. Di conseguenza, rilevando nottetempo l’ora proiettata dalla Luna su un Orologio Solare, e noto il Giorno Lunare, sapremo il corrispettivo valore correttivo da apportare alla lettura per trasformare l’Ora Lunare in Ora Solare.


LA VOLVELLA DI BLOUD
Il sistema di conversione tra l’Ora Lunare e quella Solare è stato inserito egregiamente in questo strumento. La Faccia “ALTEZZA-INTERNA” ospita un dispositivo a Volvella costituito di un disco maggiore che reca all’esterno un calendario disposto lungo la circonferenza. (Le motivazioni di questo calendario non sono molto chiare e di conseguenza ne ignoriamo l’esistenza), e più all’interno una circonferenza divisa in 12 + 12 ore che a seconda dei casi sono considerate Ore Solari oppure Lunari.
Ad esso è sovrapposto un disco medio graduato con numerazione da 1 a 30 che si riferisce ai “Giorni Lunari”, cioè l’Età della Luna. In corrispondenza del giorno “XXX” emerge un indice esterno di riferimento.
Sovrapposto a questo è un terzo disco – il più piccolo –dotato anch’esso di un indice, in dirittura del quale troviamo un foro da cui si vede la mutevole immagine della Luna nel corso del mese.
L’insieme dei tre dischi consente dunque di tradurre l’ora indicata dalla Luna sul quadrante, in Ora Solare. Il principio deriva dal fatto che si presuppone che i due corpi celesti percorrano la medesima orbita.
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In questa immagine, il gruppo a volvella di un dittico di Bloud.
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Per capire il funzionamento di questo sistema, si sono disegnati a CAD i tre dischi, si sono montati per mezzo di un filo centrale, in modo da simulare in modo identico la Volvella dell’antico strumento. L’immagine qui riprodotta mostra una operazione effettuata con questo strumento.
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ESEMPIO
-. Consideriamo l’ORA LUNARE indicata dall’ombra del satellite sul quadrante = 2 ore di notte. Portiamo dunque l’indice grande sulle ore 2.
-. Il GIORNO LUNARE già determinato in precedenza è per questa prova = X. Portiamo ora l’indice piccolo sulle X.
-. Ne deriva, che prolungando più all’esterno l’indice piccolo, leggiamo sulla circonferenza del DISCO GRANDE, il valore 10 di notte. Tale appunto è l’Ora Solare in questo momento.
La particolarità della Volvella sta anche nel fatto che nel disporre correttamente il disco più piccolo su quello medio, il foro esistente nel primo ci mostra con una certa verosimiglianza la porzione della Luna illuminata dal Sole, e quella in ombra.


Siamo finalmente giunti alla conclusione di questa descrizione. Si tratta, come si è visto, di un eccezionale strumento del Seicento, di cui vi abbiamo scoperto numerose e particolari curiosità. L’azienda di Bloud realizzò dunque con questo dittico una sorta di primitivo computer per la misura del Tempo assolutamente unico per qualità e decorazione: un gioiello questo, che si differenzia notevolmente da altri dittici di questo secolo e successivo, solitamente realizzati con legno e carta incollata.
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Re: PALTRINIERI: Dittico di Bloud

Messaggio da Giacomo » ven apr 24, 2020 8:07 am

Grande articolo e di spessore. Grazie Giovanni per aver spiegato l'utilizzo di questo dittico.

PALTRINIERI
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Re: PALTRINIERI: Dittico di Bloud

Messaggio da PALTRINIERI » ven apr 24, 2020 7:00 pm

Giacomo ha scritto:
ven apr 24, 2020 8:07 am
Grande articolo e di spessore. Grazie Giovanni per aver spiegato l'utilizzo di questo dittico.
Troppo buono, Giacomo.
C'è chi compra questi stupendi strumenti, e chi più economicamente si limita a descriverli.
Purtroppo non è sempre facile studiarne le caratteristiche esaminado soltanto qualche foto, ma ce la mettiamo tutta per rendere giustamente interessanti degli oggetti scientifici che altrimenti resterebbero limitatamente poveri di conoscenza.

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Re: PALTRINIERI: Dittico di Bloud

Messaggio da Keplero » ven giu 26, 2020 11:25 am

Un contributo trovato on line: Les formes pr ́ecoces du diptyque dieppois (XVIIesi`ecle) par ́ Eric Mercier https://studios-nantes.pagesperso-oran ... dieppe.pdf
Volevo direttamente carire il PDF ma non ne sono stato capace. Chiedo ai gestori d'inserirlo a futura memoria e fonte di archivio.
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Re: PALTRINIERI: Dittico di Bloud

Messaggio da Calico » ven giu 26, 2020 12:12 pm

Fantastico thread!

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Re: PALTRINIERI: Dittico di Bloud

Messaggio da Giacomo » ven giu 26, 2020 3:26 pm

Keplero ha scritto:
ven giu 26, 2020 11:25 am
Un contributo trovato on line: Les formes pr ́ecoces du diptyque dieppois (XVIIesi`ecle) par ́ Eric Mercier https://studios-nantes.pagesperso-oran ... dieppe.pdf
Volevo direttamente carire il PDF ma non ne sono stato capace. Chiedo ai gestori d'inserirlo a futura memoria e fonte di archivio.
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Re: PALTRINIERI: Dittico di Bloud

Messaggio da Keplero » ven lug 10, 2020 2:46 pm

Grazie Giacomo.
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