Benrus Techniquartz
A cura di: Paolo Antolini
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Benrus Techniquartz
Benrus è la contrazione di Benjamin Lazrus, un immigrato rumeno negli USA che nel 1921 aprì un laboratorio di riparazione orologi a New York e che presto passò alla manifattura.
Tramite la sua sussidiaria di La Chaux-de-Fonds, vicino a Neuchâtel, importava movimenti svizzeri principalmente di ETA, Valjoux, Imhof, Venus, Peseux, Unitas, Felsa ed altri ancora che poi incassava. Durante la guerra si prende una pausa per realizzare munizionamenti. Nel 1955 è arrivata ad importare un milione di pezzi all' anno. Tenta anche la scalata azionaria ad Hamilton, fallendo. Col marchio Belforte, tra l' altro, importava movimenti Lip R148 che utilizzava in interessanti orologi scheletrati.
In questa occasione ci interessa un punto della sua storia abbastanza vicino alla fine, che avviene per bancarotta nel 1977: il 1973.
In quell' anno saltano sul treno del quarzo presentando il movimento H010. Essendo già quest' era iniziata da qualche anno, non devono faticare molto: prendono un movimento ETA 2620, tolgono bariletto e bilanciere, lo fresano per farci entrare il grosso quarzo a barra Motorola da 32768 Hz e saldano il chip (pure Motorola), il trimmer e il motore su una schedina che va semplicemente ad appoggiarsi sotto il movimento. Il tutto assemblato a mano. Ecco che così nasce il Techniquartz.
Tramite la sua sussidiaria di La Chaux-de-Fonds, vicino a Neuchâtel, importava movimenti svizzeri principalmente di ETA, Valjoux, Imhof, Venus, Peseux, Unitas, Felsa ed altri ancora che poi incassava. Durante la guerra si prende una pausa per realizzare munizionamenti. Nel 1955 è arrivata ad importare un milione di pezzi all' anno. Tenta anche la scalata azionaria ad Hamilton, fallendo. Col marchio Belforte, tra l' altro, importava movimenti Lip R148 che utilizzava in interessanti orologi scheletrati.
In questa occasione ci interessa un punto della sua storia abbastanza vicino alla fine, che avviene per bancarotta nel 1977: il 1973.
In quell' anno saltano sul treno del quarzo presentando il movimento H010. Essendo già quest' era iniziata da qualche anno, non devono faticare molto: prendono un movimento ETA 2620, tolgono bariletto e bilanciere, lo fresano per farci entrare il grosso quarzo a barra Motorola da 32768 Hz e saldano il chip (pure Motorola), il trimmer e il motore su una schedina che va semplicemente ad appoggiarsi sotto il movimento. Il tutto assemblato a mano. Ecco che così nasce il Techniquartz.

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Re: Benrus Techniquartz
Ce ne erano capitati alcuni. Essendo noi in provincia, ne deduco avessero avuto una discreta diffusione .
- Zufolo
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Re: Benrus Techniquartz
a tutt'oggi non sono difficili da trovare, e all'epoca non erano costosi:hanno utilizzato componenti standard di quel periodo e come si vede non è che hanno fatto particolari sforzi di progettazione, anzi:parti grosse e facilmente assemblabili.

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Re: Benrus Techniquartz
Ma quadranti e casse erano accattivanti per quei tempi 

- Zufolo
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Re: Benrus Techniquartz
Attenzione che l' estetica vistosa era in comune con i modelli "electronic" e "technipower" che montavano movimenti ESA 9154, 9158 e Lip R184.

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Re: Benrus Techniquartz
Ricordo benissimo la marca Benrus, ma non mi è rimasto neppure un rottame.
- Giacomo
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Re: Benrus Techniquartz



Hai aggiunto una nuova perla alla tua lunga collana. Grazie Zufolo, post molto interessante.
Il movimento sembra quasi un prototipo visto le basse finiture, il circuito sembra quasi tagliato con un cutter.
Per quale motivo fece bancarotta?
- Zufolo
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Re: Benrus Techniquartz
Concorrenza giapponese che si è abbattuta su un'azienda già indebolita finanziariamente dal tentativo di scalata alla Hamilton, che ha lasciato vuote le casse della famiglia Lazrus.Nel 1967, infatti, l' azienda viene venduta a Victor Kiam, il proprietario dell' azienda Remington, produttrice di rasoi. Nonostante la successiva fusione con la Wells, la Benrus fallì nuovamente nel 1981. Lavorò in regime di amministrazione controllata col nome di Wells-Benrus.Passò poi ancora di mano: prima alla Clinton, che poi fu acquisita dalla Gruen che a sua volta fu acquisita dal proprietario dei marchi Elgin e Waltham. Nel 2014 il nome fu addirittura acquistato da un tale Giovanni Feroce, nato in Svizzera ma cittadino ed ex-ufficiale dell' esercito americano.
Ho trovato anche un' immagine che illustra come si incastra la scheda nel movimento e mostra la dimensione ancora importante dei singoli componenti.
La sede del bariletto è stata fresata per farci stare il quarzo a barra, mentre al posto del bilanciere ci va la pila.
Si nota anche il contatto elettrico, che viene aperto quando si solleva la corona. Molte componenti sono comuni alla produzione coeva, per limitare i costi. La lancetta dei secondi con la coda a fulmine è tipica, infatti, degli elettromeccanici del periodo.
Il fatto di essere arrivato sul mercato subito dopo l' Accuquartz gli regalò un buon successo commerciale, che ne favorì l' esportazione anche in Europa.

- Giacomo
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Re: Benrus Techniquartz
Per mantenere i costi bassi di lavorazione e conseguentemente del prodotto finito, più di cosi, non avrebbero potuto fare.
- Max70
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Re: Benrus Techniquartz
Grazie Zufolo, non sarà rifinito perfettamente, però sono stati ingegnosi ed economici.
Massimo
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Re: Benrus Techniquartz
È bellissimo o quantomeno a me piace moltissimo e ne stavo cercando uno, ma purtroppo hanno raggiunto prezzi molto elevati