Io possiedo uno Zodiac con cassa resistente a 1200 scala Vickers che è una durezza spropositata, l'acciaio inox va dai 140 ai 180 scala Vickers

A cura di: Paolo Antolini
Si tratta di uno strumento che misura la fluorescenza indotta dai raggi X e la tecnica si chiama XRF. Può essere puntuale o estesa su una superficie di qualche cmq. Quello che si ottiene è uno spettro che indica la presenza anche quantitativa di tutti gli elementi sulla superficie indagata, La misura è velocissima e non ho mai capito perchè gli orafi o comunque chi tratta metalli preziosi non la utilizzi di routine per verificare il titolo dei metalli.Calico ha scritto: ↑mar set 25, 2018 11:41 amSeguendo la trasmissione Il banco dei pugni, di dubbio gusto, a Detroit, vidi annifa che è stato commercializzato in USA uno strumento, fatto come una pistola elettronica molto grossa, che altro non è se non un analizzatore chimico ai raggi X: accosti la punta di un paio di cmq all'oggetto che vuoi analizzare, tipo un pezzo di oro, e ti restituisce su un display grafico i contenuti esatti degli elementi atomici che lo compongono. Credo che costi un occhio, quindi da noi molto di più.
I banchi metalli utilizzano una versione evoluta di questo strumento nei casi di veloci analisi del titolo dell'oro.. Purtroppo però l'affidabilità è scarsa a causa del fatto che l'analisi è solo superficiale, il sistema ufficialmente riconosciuto anche dal punto di vista legale rimane l'antichissima tecnica della coppellazione.Alfredo ha scritto: ↑ven apr 09, 2021 6:36 pmSi tratta di uno strumento che misura la fluorescenza indotta dai raggi X e la tecnica si chiama XRF. Può essere puntuale o estesa su una superficie di qualche cmq. Quello che si ottiene è uno spettro che indica la presenza anche quantitativa di tutti gli elementi sulla superficie indagata, La misura è velocissima e non ho mai capito perchè gli orafi o comunque chi tratta metalli preziosi non la utilizzi di routine per verificare il titolo dei metalli.Calico ha scritto: ↑mar set 25, 2018 11:41 amSeguendo la trasmissione Il banco dei pugni, di dubbio gusto, a Detroit, vidi annifa che è stato commercializzato in USA uno strumento, fatto come una pistola elettronica molto grossa, che altro non è se non un analizzatore chimico ai raggi X: accosti la punta di un paio di cmq all'oggetto che vuoi analizzare, tipo un pezzo di oro, e ti restituisce su un display grafico i contenuti esatti degli elementi atomici che lo compongono. Credo che costi un occhio, quindi da noi molto di più.
https://hha.hitachi-hightech.com/en/pro ... vIQAvD_BwE
https://www.olympus-ims.com/it/xrf-xrd/ ... AIQAvD_BwE
La tecnica viene anche parecchio impiegata nell'ambito dei Beni Culturali per lo studio dei pigmenti antichi sui dipinti su tavola, tela, affreschi ecc. Senza necessità di fare prelievi sulle opere è possibile mappare la presenza degli elementi chimici e da qui risalire all'uso del tipo di pigmento che si spera sempre essere coerente con la datazione del dipinto cioè di verificarne l'autenticità.
Qualche anno fa il prezzo si aggirava sui 10.000 €.
Un oggetto simile è inutile a un orafo, che facendo la raffinazione e il saggio di quanto fonde, sa benissimo qual è il titolo di ciò che produce. Questo oggetto è fantastico per i banchi dei pegni, i monti di pietà e tutti i compro oro; per chi come me, per disposizioni della Questura nel 2012 e dello Stato nel 2017, ha deciso di non ritirare più niente di prezioso usato, per non dover sottostare a tutte le trafile della tracciabilità della merce, compresa la custodia dei documenti fotocopiati con la diligenza richiesta dalla legge sulla privacy, sarebbero solo soldi gettati al ventoAlfredo ha scritto: ↑ven apr 09, 2021 6:36 pmSi tratta di uno strumento che misura la fluorescenza indotta dai raggi X e la tecnica si chiama XRF. Può essere puntuale o estesa su una superficie di qualche cmq. Quello che si ottiene è uno spettro che indica la presenza anche quantitativa di tutti gli elementi sulla superficie indagata, La misura è velocissima e non ho mai capito perchè gli orafi o comunque chi tratta metalli preziosi non la utilizzi di routine per verificare il titolo dei metalli.Calico ha scritto: ↑mar set 25, 2018 11:41 amSeguendo la trasmissione Il banco dei pugni, di dubbio gusto, a Detroit, vidi annifa che è stato commercializzato in USA uno strumento, fatto come una pistola elettronica molto grossa, che altro non è se non un analizzatore chimico ai raggi X: accosti la punta di un paio di cmq all'oggetto che vuoi analizzare, tipo un pezzo di oro, e ti restituisce su un display grafico i contenuti esatti degli elementi atomici che lo compongono. Credo che costi un occhio, quindi da noi molto di più.
https://hha.hitachi-hightech.com/en/pro ... vIQAvD_BwE
https://www.olympus-ims.com/it/xrf-xrd/ ... AIQAvD_BwE
La tecnica viene anche parecchio impiegata nell'ambito dei Beni Culturali per lo studio dei pigmenti antichi sui dipinti su tavola, tela, affreschi ecc. Senza necessità di fare prelievi sulle opere è possibile mappare la presenza degli elementi chimici e da qui risalire all'uso del tipo di pigmento che si spera sempre essere coerente con la datazione del dipinto cioè di verificarne l'autenticità.
Qualche anno fa il prezzo si aggirava sui 10.000 €.
Calico ha scritto: ↑ven apr 09, 2021 11:28 pmUn oggetto simile è inutile a un orafo, che facendo la raffinazione e il saggio di quanto fonde, sa benissimo qual è il titolo di ciò che produce. Questo oggetto è fantastico per i banchi dei pegni, i monti di pietà e tutti i compro oro; per chi come me, per disposizioni della Questura nel 2012 e dello Stato nel 2017, ha deciso di non ritirare più niente di prezioso usato, per non dover sottostare a tutte le trafile della tracciabilità della merce, compresa la custodia dei documenti fotocopiati con la diligenza richiesta dalla legge sulla privacy, sarebbero solo soldi gettati al ventoAlfredo ha scritto: ↑ven apr 09, 2021 6:36 pmSi tratta di uno strumento che misura la fluorescenza indotta dai raggi X e la tecnica si chiama XRF. Può essere puntuale o estesa su una superficie di qualche cmq. Quello che si ottiene è uno spettro che indica la presenza anche quantitativa di tutti gli elementi sulla superficie indagata, La misura è velocissima e non ho mai capito perchè gli orafi o comunque chi tratta metalli preziosi non la utilizzi di routine per verificare il titolo dei metalli.Calico ha scritto: ↑mar set 25, 2018 11:41 amSeguendo la trasmissione Il banco dei pugni, di dubbio gusto, a Detroit, vidi annifa che è stato commercializzato in USA uno strumento, fatto come una pistola elettronica molto grossa, che altro non è se non un analizzatore chimico ai raggi X: accosti la punta di un paio di cmq all'oggetto che vuoi analizzare, tipo un pezzo di oro, e ti restituisce su un display grafico i contenuti esatti degli elementi atomici che lo compongono. Credo che costi un occhio, quindi da noi molto di più.
https://hha.hitachi-hightech.com/en/pro ... vIQAvD_BwE
https://www.olympus-ims.com/it/xrf-xrd/ ... AIQAvD_BwE
La tecnica viene anche parecchio impiegata nell'ambito dei Beni Culturali per lo studio dei pigmenti antichi sui dipinti su tavola, tela, affreschi ecc. Senza necessità di fare prelievi sulle opere è possibile mappare la presenza degli elementi chimici e da qui risalire all'uso del tipo di pigmento che si spera sempre essere coerente con la datazione del dipinto cioè di verificarne l'autenticità.
Qualche anno fa il prezzo si aggirava sui 10.000 €.Se poi una ditta mi vendesse un oggetto nuovo con bollo falso, una volta accortomi, mi recherei con la fattura relativa e l'oggetto dai Carabineri a sporgere denuncia per truffa, contraffazione dei marchi e associazione a delinquere
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